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 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

APPUNTI SEGRETI DI UN’ESPLOSIONE


Milano, settembre
Walter Bonatti morì il 13 settembre di tre anni fa. A Roma. Lui che, partito dalla pianura padana, aveva rischiato la vita nei luoghi più inaccessibili e selvaggi della Terra. Aveva 81 anni. E sarebbe interessante scoprire cosa di lui sanno i più giovani. Di quale Bonatti - se lo conoscono - hanno letto o sentito parlare. Dell’alpinista che per un quindicennio si impose come numero uno e di cui l’anno prossimo ricorrerà il mezzo secolo dall’ultima grande impresa, il capolavoro della diretta in solitario e in invernale sulla tremenda parete Nord del Cervino? O dell’autodidatta divenuto giornalista e scrittore che, nei 15 anni successivi, grazie ai suoi servizi fotogiornalistici da esploratore fu il fiore all’occhiello di Epoca, il più elegante e prestigioso settimanale italiano?
Alla scoperta di terre selvage Bonatti era orgoglioso di entrambe queste vite. Ma se della prima si torna regolarmente a parlare, fosse anche soltanto per gli anniversari, come quello citato del Cervino o quello attuale dei 60 anni dalla spedizione italiana che per prima salì il K2, la seconda era ormai affidata al ricordo di coloro che negli Anni 60 e 70, grazie a lui e ai suoi articoli illustrati da immagini affascinanti e coinvolgenti, ebbero modo di scoprire e ammirare le terre selvagge. Quei luoghi allora quasi favolosi e ancora impossibili da raggiungere ed esplorare. E che, più tardi, tanti documentari tv ci hanno reso familiari, e ora agenzie di “viaggi avventurosi” addirittura propongono come facili, per conti correnti ben riforniti. Ma di luoghi veramente selvaggi e inesplorati, nel frattempo, ne sono rimasti ben pochi. E le avventure, se davvero si ha voglia di viverne, bisogna essere capaci di cercarsele lontano da ogni comodità organizzata. Magari ispirandosi proprio a Walter Bonatti come ha appena fatto Igor Beer d’India, giovane siciliano che ha ripercorso proprio il primo dei grandi viaggi di esplorazione affrontati per Epoca dal suo idolo, cioè la discesa in canoa del fiume Yukon in Alaska (1965). Perché il messaggio profondo di Bonatti è sempre vivo. Ed è nei suoi vecchi ma sempre bellissimi libri che Igor ha trovato l’ispirazione.
Ora ce n’è, sorprendentemente, uno nuovo al quale attingere, e sicuramente ci saranno altri giovani che vi troveranno risposte a come si può fare per rendere reali i propri sogni. Un nuovo libro del Walter Bonatti esploratore a tre anni dalla sua scomparsa? Sembrerebbe impossibile. Invece è proprio questa l’operazione perfettamente riuscita del bellissimo Walter Bonatti in viaggio (a cura di Rossana Podestà e Angelo Ponta). Un’opera nuova e freschissima, anche se composta con materiali d’archivio, che la compagna del famoso alpinista, Rossana Podestà, aveva deciso di recuperare per salvaguardare sia la memoria, sia il patrimonio di esperienze dell’uomo dal quale era stata inseparabile per 30 anni di meraviglioso, adulto amore.
La cosa divertente è che lei, la famosa e bellissima attrice che non voleva più recitare perché interessata - ben più che ai soldi - alla ricerca di un vero e tutto “suo” motivo di vita, nulla sapeva del passato da alpinista di Bonatti prima di conoscerlo. Colui che avrebbe voluto incontrare era l’esploratore, che con i suoi articoli aveva saputo trasmettere anche a lei, che viveva in un mondo totalmente diverso, le emozioni del rapporto con la natura, dell’essere umano solo a contatto con i propri istinti e le proprie paure primordiali. E anche se poi, una volta avvenuto magicamente quell’incontro, per tutta la loro vita comune Walter, sempre curioso dei segreti della Terra, per passione e non più per lavoro l’ha portata a visitare luoghi selvaggi (dalla depressione della infuocata Dancalia all’infinito ghiaccio dello Hielo Continental, dai vulcani della Kamchatka al deserto del Gilf Kebir), è stato con l’alpinista famoso che lei ha vissuto. È la storia delle mirabili scalate che lei ha imparato fin nei minimi particolari. Fino a poterle raccontare come se le avesse vissute al fianco di quell’uomo di cui tutto le piaceva.
Questo libro, anche se non è opera di Rossana che ci ha lasciati un anno fa, è il modo in cui lei per prima ha riscoperto il Bonatti esploratore. Tuffandosi nel prodigioso archivio che lui, metodico e minuzioso, aveva messo insieme senza nulla trascurare. Un archivio fatto di tante carte ma anche di oggetti, di cui era gelosissimo. Così il libro non soltanto consente di ripercorrere le grandi avventure di un uomo unico, ma offre anche la possibilità di viaggiare nella meticolosità con cui egli preparava ogni sua nuova avventura. Lo fa partendo dagli appunti che giorno per giorno nei suoi viaggi avventurosi Bonatti prendeva, con calma o di corsa, per fermare nella memoria momenti che hanno emozionato moltissimi italiani. Orgogliosa di questo uomo che da solo osava andare fin là dove sembrava impossibile arrivare, e soprattutto sopravvivere. E che era poi capace con i suoi scritti di far vibrare le fortissime emozioni vissute anche nei cuori di tutti i suoi lettori.