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 2014  settembre 11 Giovedì calendario

ABILITA’ E STRANEZZE, IL CIRCO DEL MONDO COMPIE 60 ANNI

Ci sono la lingua di Gennaro Pelliccia, assicurata per 14 milioni di dollari, e quella di Nick «The Lick» Stoeberl, lunga 10,1 centimetri dalla punta al centro del labbro chiuso. Uno yo-yo di oltre due tonnellate e le Bugatti che valgono almeno un paio di milioni di euro. Silvio Sabba, di Pioltello (Milano) — uno dei primatisti più prolifici in imprese di vario genere tutte della durata di 60 secondi — e le unghie della mano sinistra dell’indiano Shridhar Chillal, mai più tagliate dal 1952 fino al 2004 quando toccarono una lunghezza di 7,05 metri complessivi. Poi c’è Nancy Siefker in grado di centrare con una freccia (scoccata con i piedi) un bersaglio lontano 6,09 metri. O Karsten Maas che s’è costruito una mazza da golf lunga 4,37 metri con la quale è riuscito a mandare una pallina a 165,46 metri di distanza. Per non parlare della giapponese Akiko Obata e della sua raccolta di 8.083 riproduzioni di pietanze e magneti a tema culinario.
Un po’ circo su scala globale, un po’ fenomenologia dell’uomo moderno, un po’ elenco dei successi — e degli eccessi — di Madre Natura. È il «Guinness world records 2015». Giunto alla sua sessantesima edizione con un volume aggiornato con i nuovi primati che il Corriere ha potuto sfogliare in anteprima nella sua versione italiana. Un volume con un occhio sempre più dedicato anche al web. Che se da un lato finisce per scoraggiare buona parte degli utenti della Rete — del resto è impossibile per l’uomo medio, in un giorno, raccogliere più di un milione di follower su Twitter com’è successo all’attore Robert Downey Jr —, dall’altro sintetizza cosa si muove nello spazio virtuale in un solo minuto tra 204 milioni di email inviate, 2 milioni di ricerche su Google e 1,8 milioni di «mi piace» su Facebook.
Dietro ogni record, una storia. Ci sono voluti dieci tentativi al lituano Antanas Kontrimas per sollevare con la sola forza della sua barba — nel 2013 — 63,8 chili di peso. Mentre l’americana Lee Redmond, «campionessa» per la lunghezza delle unghie (8,65 metri nel 2008), ha dovuto dire addio a quel risultato l’anno dopo quando, dopo un incidente stradale nello Utah, gliele hanno dovute tagliare. «Ma almeno ora è più semplice per me fare le cose, anche le più banali», ha raccontato in un’intervista.
«Ogni anno alla sede centrale, a Londra, arrivano cinquantamila richieste di convalida dei primati: ma sono circa 5-6 mila quelli riconosciuti», calcola Marco Frigatti, 44 anni, veneziano, direttore dei servizi di omologazione a livello globale di Guinness world records. Ma se lo spirito resta lo stesso di sessant’anni fa, qualcosa è cambiato da allora. «Soprattutto per tenere conto della diversa sensibilità delle persone», continua Frigatti. «Ci sono categorie che non consideriamo più, come l’ingordigia. Nell’edizione del 1955 il californiano Edward Abraham Miller era riconosciuto come il più grande “mangione” con le sue 25 mila calorie al giorno. Dal 1990 non accettiamo più questo tipo di record. Ora tutti i primati che riguardano il cibo hanno un limite di tempo, quantità o destrezza».
Esiste una «specificità» nazionale? «Noi italiani siamo i migliori nei settori che riguardano l’alimentazione. La Germania è bravissima nella riproduzione, in grande o in piccolo, degli oggetti». Rispetto al passato «è aumentato il numero dei collezionisti. Se nell’edizione 1955 ce n’era uno solo (di francobolli), oggi ne abbiamo oltre 400. Dai cartelli “Non disturbare” ai sacchetti degli aerei, dai cappelli della polizia agli gnomi». E la passione a volte spunta dal nulla. Com’è successo all’inglese Nick Bennett: un giorno, nel ‘95, incrociò in tv uno dei film di 007. Fu amore a prima vista: nel 2013 aveva già raccolto 12.463 oggetti della serie.
Ci sono poi i record, «tantissimi», di cui non c’è traccia. Realizzati ma non omologati per un errore, magari banale. E i pretendenti, come reagiscono? «Non sempre con sportività — risponde Frigatti —, anzi a volte s’arrabbiano proprio».
Leonard Berberi