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 2014  settembre 11 Giovedì calendario

Giovedì 11 Settembre, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA La società pubblica da chiudere nel 2012? È viva e ora la guida un uomo di Galletti L a pietosa sepoltura era pronta

Giovedì 11 Settembre, 2014 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA La società pubblica da chiudere nel 2012? È viva e ora la guida un uomo di Galletti L a pietosa sepoltura era pronta. Questo almeno aveva promesso un giorno di due anni fa l’allora ministro Corrado Clini ai deputati della commissione Ambiente della Camera. La data, 18 luglio 2012: «È nostra intenzione prepararci a una chiusura dell’attività di Sogesid per fare in modo che, come prevede il decreto legge sulla spending review, le attività rientrino in procedure ordinarie e trasparenti». Di quali attività si tratta? Progettazione nel settore dei rifiuti, delle acque e delle bonifiche. Compiti a cui la Sogesid, una società per azioni controllata al 100 per cento dal Tesoro e creata vent’anni fa con l’obiettivo di dare attuazione alla legge Galli sui bacini idrici, era arrivata per consunzione della missione originaria: di fatto, mai iniziata. In un Paese normale ne avrebbero preso atto, per chiuderla subito. E qualcuno un pensierino doveva avercelo pure fatto, se a un certo punto era stata affidata all’Iged, ovvero «Ispettorato generale degli enti disciolti», la struttura che aveva in carico i dossier dei cosiddetti enti inutili. Invece, a dispetto degli uccelli del malaugurio, sono riusciti a tenerla in vita per due decenni. Con relative poltrone. Soprattutto, le poltrone. Che vita, poi. Dal 2009 al 2011 ha avuto dal ministero dell’Ambiente qualcosa come 426 milioni per realizzare quei progetti di cui sopra: senza gare, ovviamente, visto che si tratta di una società cosiddetta «in house» che svolge mansioni tipiche ministeriali. Soltanto, con procedure singolari. E 143 dipendenti, collegio sindacale, consiglio di amministrazione di cinque persone. Nonché presidente e amministratore delegato retribuito con 326 mila euro annui: l’ex vicepresidente della Provincia di Siracusa, avvocato Vincenzo Assenza. Mai cognome sarebbe stato più evocativo per una società pubblica priva di alcuna utilità, da chiudere seduta stante trasferendo le competenze all’amministrazione di provenienza. Invece, mentre il commissario alla spending review Carlo Cottarelli ormai sulla porta consegnava a Matteo Renzi il piano per risparmiare a regime tre miliardi l’anno eliminando analoghe inaccettabili situazioni, ecco la sorpresa di una resurrezione ancor prima del decesso. Con sorpresa bis. Perché non solo il decreto sblocca Italia le assegna i compiti di appaltatore ed esecutore, di nuovo «in house», dei lavori pubblici da finanziare con i 2 miliardi e mezzo di fondi relativi agli interventi sul dissesto idrogeologico. Ma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, bolognese e fedelissimo del bolognese leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, piazza al vertice dell’azienda un signore che si chiama Marco Staderini. Una vecchia conoscenza del mondo delle imprese pubbliche, degli enti di Stato e delle aziende locali da una dozzina d’anni a questa parte. Ovunque toccasse un posto a Casini, era il suo. La presidenza dell’Inpdap, l’ente di previdenza dei dipendenti statali, a Staderini. La presidenza di Infratel, società del gruppo pubblico Sviluppo Italia incaricata di occuparsi della banda larga, a Staderini. Il consiglio della Sogei, la delicatissima azienda controllata dal ministero delle Finanze che gestisce l’anagrafe tributaria, a Staderini. Al punto da costringerlo a ritrovarsi addirittura contemporaneamente nel consiglio di amministrazione della Rai e delle Ferrovie. Una coesistenza tentata, ma risultata impossibile. Succedeva nel 2005, ma una singolare sovrapposizione di incarichi Staderini l’aveva sperimentata anche tre anni prima, alla sua prima esperienza come consigliere della tivù di Stato, quando era insieme presidente di Lottomatica, concessionaria di giochi e lotterie. Va avanti così, a ritmi infernali, fino a quando l’Udc sta al governo. Ma ci sono sempre gli effetti collaterali. Per esempio la presidenza del fondo immobiliare Idea Fimit, nel quale sono stati conferiti immobili Inpdap. E poi i consigli di amministrazione di Mps Capital service e della Banca Toscana del gruppo Montepaschi: nel quale ha in quel momento interessi di un certo rilievo Francesco Gaetano Caltagirone, incidentalmente suocero di Casini. Per non parlare del posto di amministratore delegato dell’Acea, la municipalizzata romana quotata in Borsa della quale è azionista insieme a Suez e al Comune di Roma con Gianni Alemanno sindaco, il medesimo Caltagirone. Staderini lascia l’ultima poltrona pubblica nell’aprile del 2013, con il rinnovo del consiglio di amministrazione della società capitolina. Mentre il suo sponsor Casini è tornato al governo, prima con Mario Monti, poi con Enrico Letta, quindi con Matteo Renzi. E si tratta solo di aspettare l’occasione per occupare la poltrona giusta. Che puntualmente arriva. Senza però cancellare il sospetto: che sia quello l’unico motivo di sopravvivenza di una società inutile. Per la serie del nuovo che avanza. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 15 Immagini della pagina Visualizza : Data Contenuti Pubblicazioni Opzioni Zoom