Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

SE I NUMERI AIUTANO A SVENTARE LE TRUFFE

Il governo inglese ha deciso di far studiare la matematica finanziaria fin dalle superiori, per evitare che i ragazzi crescano ignari dei pericoli delle truffe economiche e finanziarie. È un’ottima decisione, perfettamente in linea con quello che gli addetti ai lavori hanno sempre saputo. Cioè, che la matematica è sì uno strumento “speculativo”, in quanto una delle imprese intellettuali più elevate che l’uomo sia mai riuscito a realizzare. Ma è anche uno strumento “antispeculativo”, perché fornisce i mezzi culturali che permettono di evitare le speculazioni di ogni genere, che i “furbi” intentano ai danni degli sprovveduti.
Il primo di questi mezzi è generico, benché già devastante: si tratta, cioè, dell’abito mentale di sviluppare discorsi che partano da premesse precise ed esplicite, procedano secondo regole logiche ferree, e arrivino a conclusioni corrette e verificabili. Saper distinguere i ragionamenti degni di questo nome dalle fanfaronate dei pubblicitari di ogni genere, dai politici agli operatori finanziari, è fondamentale per evitare di cadere nelle trappole che essi tendono per accalappiare gli ignoranti.
Trappole che sono tanto più pericolose, quanto più vengono costruite da esperti che invece queste cose le conoscono perfettamente, e sanno come sfruttarle a proprio vantaggio.
Il secondo dei mezzi forniti dalla matematica è specifico, e nel caso in questione mette in grado non soltanto di capire il funzionamento degli strumenti finanziari di uso comune oggi, quali carte di credito, mutui, azioni e obbligazioni. Ma permette anche di convincersi che a certi giochi è meglio non giocare, perché dimostra che non si può far altro che perdere. Tra questi ci sono i giochi d’azzardo, sui quali peraltro anche lo stato specula, dai Gratta e Vinci al Lotto. Ma ci sono anche, e soprattutto, le bolle finanziarie basate su vere e proprie truffe, analoghe al vecchio “schema di investimento di Ponzi”. Spesso i mercati sono giungle, e se proprio uno vuole avventurarvisi, è meglio che lo faccia armato di maceti matematici, che comunque non gli garantiranno la sopravvivenza.
Piergiorgio Odifreddi