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 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

LA BATTAGLIA PER CAMBIARE LA MATEMATICA A SCUOLA: «STUDIATE TASSI E SPREAD»

Imparare a leggere, scrivere e fare di conto non basta più. In un mondo in cui parole come tasso fisso o variabile, mutuo, spread sono ormai di massa e influenzano la vita quotidiana (e il portafogli) di ciascuno è essenziale familiarizzare già sui banchi con la matematica finanziaria. Calcolare la rata e l’ammortamento di un prestito oppure gestire lo stipendio futuro per garantirsi un piano pensionistico.
Ne sono convinti in Gran Bretagna, dove con l’avvio dell’anno scolastico gli studenti delle medie hanno trovato ad accoglierli questa materia, inclusa per la prima volta nei programmi ufficiali delle lezioni. Una novità che vuole istruire sin da bambini a usare al meglio il denaro: ogni adulto, avvertiva pochi giorni fa il Money Advice Service, un’organizzazione indipendente che dà consulenza economica gratuita, getta via ogni anno 530 euro perché non capisce i termini basilari della finanza. E un appello a una svolta simile era stato lanciato l’anno scorso negli Stati Uniti pure dal banchiere Bern Bernanke, allora presidente della Federal Reserve: «Ogni cittadino deve avere una conoscenza di economia e finanza: queste competenze aiutano a costruirsi una vita migliore».
Ma anche in Italia il dibattito è aperto. A portarlo in primo piano sono stati negli ultimi mesi i risultati, a dire il vero deludenti, raggiunti dai nostri ragazzi nella matematica applicata. Gli ultimi dati Pisa sulle conoscenze e competenze finanziarie dei quindicenni italiani rivelano che non raggiungiamo la media dei tredici paesi Ocse partecipanti all’indagine: abbondano gli studenti scarsi in materia (il 21,7 per cento contro la media del 15,3 per cento) e sono rarissimi quelli bravi (il 2,1 per cento contro il 9,7).
Di più. Se anche con i teoremi ce la caviamo, a farci scivolare è la pratica: il 63 per cento degli italiani conosce il meccanismo inflattivo, dice uno studio del consorzio di banche Patti Chiari, ma solo il 33 per cento calcola in modo corretto gli interessi maturati in un anno. «Siamo i maghi della teoria mentre un po’ più di matematica applicata alla vita quotidiana a questi giovani che non hanno i piedi per terra farebbe bene» ragiona Angelina Fileccia, professoressa di matematica e scienze a Palermo e segretaria dell’Accademia della matematica, che ogni anno organizza dei giochi a cui partecipano migliaia di ragazzi.
«Spiegare i Bot, gli interessi a sei mesi o un anno: sta a noi docenti farlo, ma se stimolati gli alunni si entusiasmano ».
«Nella ricerca internazionale la crisi è stata addirittura considerata un’occasione d’oro per l’insegnamento perché consente di riflettere in classe su aspetti importanti della vita collettiva» spiega Annamaria Ajello, presidente Invalsi e psicologa dell’educazione. «E alla fine degli anni ‘70 in Italia fu avanzata un’iniziativa simile: il Consiglio per le scienze sociali propose l’inserimento di blocchi problematici della materia nella scuola secondaria ma, pur essendo stata ampiamente sperimentata, poi non si è diffusa».
Per ora la pratica è rimasta affidata alle banche. Nell’ultimo anno Patti Chiari ha coinvolto nei propri corsi 30mila studenti e 451 istituti, fornendo agli insegnanti i programmi più adatti (dalle carte prepagate ai piani pensionistici). E c’è un banchiere, il presidente della Cassa di Risparmio di Fossano e vicepresidente dell’Abi Giuseppe Ghisolfi che ai ragazzi ha dedicato un manuale (Nino Aragno editore). «Conto economico e fiscal compact: voglio chiarire questi concetti oscuri — spiega — e ai giovani sono il primo a dire “difendetevi dalle banche: se chiedete il mutuo il tasso dovete deciderlo voi”».
Cristiana Salvagni, la Repubblica 10/9/2014