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 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

«MENO FERIE SÌ, MA VERE. PAROLA DI MAGISTRATO STAKANOVISTA»

Quanti giorni di ferie ha già fatto quest’anno?
«Esattamente 12 giorni».
Com’è possibile visto che ne può fare ben 45?
«Perché durante il periodo feriale non sono sospesi i termini per il deposito delle motivazioni delle sentenze già emesse e di altri importanti provvedimenti giurisdizionali».
Un momento. Che vuol dire? Non ha potuto fare le ferie perché sarebbero scaduti atti da fare per forza?
«Io e altri colleghi siamo tenuti a compiere determinate attività per le quali non è prevista alcuna sospensione. Di conseguenza, pur essendo formalmente in ferie, ci rechiamo tutti i giorni in tribunale, anche con la collaborazione del personale amministrativo».
Mi faccia capire, sta dicendo che, pur in ferie, è andato a lavorare lo stesso?
«Certo. Se non lo avessi fatto e quindi non avessi depositato i provvedimenti, avrei rischiato di essere messo sotto processo disciplinare».
Non ci credo. Non è possibile che un magistrato, come qualsiasi lavoratore, faccia finta di essere in ferie. Per quanti giorni quest’estate lei avrebbe “fatto finta” di essere in ferie?
«Otto giorni a luglio, dieci ad agosto, già sei a settembre».
Ma 24 giorni sono già la metà dei 45 di cui lei avrebbe diritto. Ma se li è fatti pagare?
«Assolutamente no, per la semplice ragione che non è previsto».
E che cosa ha provato sentendo dire che i giudici sono delle “lumache” e dei “fannulloni”?
«Grande amarezza».
Lei lavora anche se è in ferie per fare carriera?
«Il mio principale interesse è servire la collettività, dare un’occasione di giustizia. Ho messo in conto amarezze e delusioni durante il mio lavoro, ma non che non fosse considerato il valore del mio impegno reale».
Renzi andrà avanti. La gente vi considera dei privilegiati per i vostri 45 giorni. È giusto ridurli a trenta?
«Firmerei subito se mi consentissero 30 giorni di ferie effettive, cioè senza toccare una sola carta processuale. Ne avrei solo vantaggio. Continuo a pensare però all’interesse dei cittadini».
l. mi.