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 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

IL NUOVO TARIFFARIO DEGLI SCAFISTI

È il racket dei disperati. Ogni sbarco rende una fortuna. Ogni viaggio di immigrati eccita una rete criminale. E il business finale arricchisce i boss dal Sud e dall’Est del mondo. L’ultimo affare dei trafficanti di carne umana è stato scoperto dalla Guardia di finanza. Un colpo che ha sfiorato il milione di dollari, per la precisione quasi 700 mila. Ed è soltanto una goccia nel mare, una delle tante missioni impossibili dal Nordafrica all’Italia. Un tunisino ha detto alla polizia che un barcone carico di disperati gli frutta come due anni di lavoro da pescatore. Per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono stati fermati a Pozzallo, nel Ragusano Mohammed Fathi Abdi, di 24 anni, Mohammed Hassan Sadek, 25 anni, Amir Ibrahim Mohamed, 24 anni e Ahmed Hamida, di 23 anni. I quattro, tutti egiziani, sono ritenuti gli scafisti di un’imbarcazione, partita dalla Libia con 244 migranti bordo, alla volta delle coste siciliane. Praticamente oro. Ma anche carne da macello. I migranti soccorsi dalla Marina militare sono giunti a Pozzallo domenica. Stando a quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori avrebbero incassato 2.800 dollari a passeggero adulto, per un totale di 700 mila dollari. Un tesoro. A Ragusa ormai i poliziotti sono diventati esperti. Negli ultimi otto mesi 118 arresti. Sanno posare l’occhio sulle persone e guardarle dentro, scoprire chi sono: capire se si tratta di richiedenti asilo politico che scappano dalla guerra, o di sfruttatori della miseria. Questi agenti formano un nucleo di cacciatori. Lo sa bene il capo della Squadra mobile, Antonino Ciavola: «Ad ogni sbarco svolgiamo il nostro lavoro come se fosse la prima volta, senza affidare nulla al caso o sottovalutare qualcosa. Di "sbarchi negativi", così come li chiamiamo in gergo - spiega - quest’anno ne abbiamo avuti solo una decina. Sono quegli sbarchi molto piccoli, dove i migranti vengono trasferiti prima dell’inizio delle indagini e così li segnaliamo alla Mobile della città di riferimento. Gli scafisti egiziani sono strutturati: la maggior parte delle imbarcazioni guidate da loro hanno un numero maggiore di migranti e poi l’equipaggio prende un notevole gruzzolo di dollari. Quelli tunisini sono da equiparare ai corrieri della droga: sono dei postini, trasportano "pacchi" bollenti da una costa ad un’altra».
A spillare soldi agli immigrati non sono sono gli aguzzini che si mettono al timone e caricano chi vuole fuggire sulle spiagge dell’Occidente. Dietro ci sono uomini in giacca e cravatta, insospettabili del crimine che gestiscono questi Caronte dell’inferno. Gli investigatori descrivono un «pericoloso network criminale» formato da eritrei, etiopi e sudanesi, un formidabile sistema che conta su un nucleo centrale diviso tra la Libia e l’Eritrea e su due cellule in Italia: una ad Agrigento, l’altra a Roma.
Il viaggio-reportage di un docente di Criminologia a Trento e di un giornalista, Andrea Di Nicola e Giampaolo Musumeci - «Confessioni di un trafficante di uomini», edito da «Chiarelettere» - svela dell’altro. Dal Nordafrica all’Italia la tariffa va da 1500 a 3000 dollari Usa. Dalla Turchia al nostro Paese tra i 2500 e i 5000 e dalla Cina fino a 15.000. Il prezzo più economico, 700 dollari, è per la tratta Afghanistan-Iran. Per le tratte Est, scrivono che il numero uno dei trafficanti d’uomini è Josip Loncaric, un croato che per anni ha fatto attraversare le frontiere al 90% dei cinesi giunti illegalmente nel Belpaese, al 50% dei clandestini bengalesi e al 30% dei filippini, per non parlare degli altri. L’approdo italiano è un affare che vale decine di milioni di euro l’anno.
Al Sud il «chiavistello» europeo è la Sicilia. Negli ultimi due anni è calato dell’80% a causa delle nuove leggi varate dal governo di Tunisi. Ma il traffico si è spostato in Libia, da lì partono i piccoli eserciti di migranti che vogliono far breccia della «fortezza Europa». A Est, oltre alla Turchia sono i Balcini la porta d’accesso. L’Osservatorio Balcani e Caucaso stima che ogni giorno ci sono cento ingressi clandestini sulla frontiera italo-slovena. E che ogni anno (agosto 2012-13) dall’Est riescano a varcare il confine 35.000 migranti, contro i 24.000 degli sbarchi in Italia via mare. «Al confine fra Turchia e Bulgaria - dati dell’Ossservatorio - nei primi nove mesi dello scorso anno, sono transitate illegalmente 5.815 persone. Sette volte tanto gli ingressi del 2012».
Fabio Di Chio