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 2014  settembre 09 Martedì calendario

IL SEGRETO DELLA MANAGER PIÙ RICCA D’AMERICA

[Martine Rothblatt] –
Al principio sembra una buona notizia: ecco, finalmente il mondo del business americano si sta evolvendo, e comincia a trattare le donne come gli uomini. Poi, a guardarla meglio, diventa una notizia ancora più interessante e rivoluzionaria. E’ la storia di Martine Rothblatt, la chief executive officer più pagata degli Stati Uniti, che però quando era nata, era un uomo.
Martine, ad di United Therapeutics, che guadagna 38 milioni di dollari all’anno, ma la sua storia nasconde un segreto, che il magazine «New York» ha raccontato nella sua ultima copertina. Quando era nata, 59 anni fa, Martine si chiamava Martin. Era figlio di una buona famiglia ebrea di San Diego e si era appassionato alla legge applicata allo spazio. Così aveva creato Geostar, pioniere tra i sistemi di navigazione per le auto, e Sirius, la radio satellitare, diventando milionario. Nel frattempo aveva avuto un figlio da una donna conosciuta durante un viaggio in Kenya, si era lasciato con lei, e aveva sposato Bina, una donna nera che faceva l’agente immobiliare e aveva anche lei una figlia nata da una relazione precedente. Si erano sposati, avevano adottato i rispettivi figli, e ne avevano avuto insieme altri due.
Una mattina, poi, Martin aveva comunicato a Bina l’intenzione di cambiare sesso. Lei aveva risposto che lo aveva sposato per la sua anima, non il fisico, e quindi aveva appoggiato l’idea. Avevano informato i quattro figli che papà sarebbe diventato donna, ma avrebbe continuato ad essere il loro papà, e la mamma avrebbe continuato ad essere sua moglie. E così è stato, per 33 anni.
Nel frattempo Martine aveva scoperto che uno dei loro figli aveva una rara malattia polmonare, e secondo i medici lo avrebbe ucciso nel giro di un paio di anni. Non c’erano cure, a parte una terapia molto fastidiosa e poco efficace. Martine non si era rassegnata e aveva scoperto che esisteva un’altra medicina, ma non era ancora stata sviluppata. Quindi aveva preso i suoi soldi e fondato una compagnia farmaceutica, per rendere utilizzabile questo farmaco. Ora il figlio malato ha compiuto trent’anni e lavora con Martine nell’azienda fondata per salvarlo, nel frattempo è diventata un business da oltre 5 miliardi di dollari, che appunto paga ala sua ad un compenso annuale di 38 milioni, il più alto per una donna manager. O trans, o ex uomo. Fate voi, a Martine non importa. A lei non dispiace il termine trans, inteso come essere in grado di trascendere la realtà, abbattere i confini, creare nuovi modi di vedere la vita. Adesso, ad esempio, Martine si è convinta che la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale e la robotica sono gli strumenti che ci consentiranno di vivere in eterno, riproducendo le persone care che perdiamo e tenendole sempre presenti. Visto come sono andate le altre cose su cui si è cimentata nel passato, è ovvio che anche questo accadrà.
Paolo Mastrolilli, La Stampa 9/9/2014