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 2014  settembre 09 Martedì calendario

GIANLUCA GRIGNANI “PERDONATEMI SE ESAGERO MA SONO UNO VERO”

[Intervista] –
MILANO
Volendo essere maligni si potrebbe pensare che tutto quel che Gianluca Grignani ha combinato nei mesi scorsi — per i distratti: il 23 maggio è salito ubriaco sul palco di un concerto di Omar Pedrini a Brescia, il 12 luglio è stato colto a Riccione da un attacco di panico a cui è seguita una colluttazione con i carabinieri — l’abbia pensato a tavolino per pubblicizzare il suo nuovo disco, A volte esagero , in uscita oggi. Tra i titoli dell’album e di canzoni come Non voglio essere un fenomeno e Il mostro e versi come “Io mi agito e non mi va di essere normale” e “Al centro della mia memoria gli zombie tornan su”, il dubbio suona legittimo. «Magari fosse davvero così, sarei un genio della comunicazione».
E invece chi è lei?
«Uno che a volte esagera, appunto. Ma a volte esagerate anche voi giornalisti: si è creato un polverone che — ammetto — mi può anche far gioco a livello promozionale, ma mi sarei tranquillamente risparmiato. Non è successo niente in realtà».
Come niente? Il filmato di Brescia è su Youtube.
«E proprio vedendolo si capisce che è un episodio banalissimo, era un concerto tra amici in una birreria, sono salito sul palco a ballare e stop. Solo che c’era uno col telefonino».
E Riccione? Arresto per resistenza e lesioni, l’obbligo di firma fino al processo di martedì 16...
«Chiariamo anche questo. I carabinieri li ho chiamati io. Stavo male per miei problemi personali, avevo finito lo Xanax, e per lo stress ho avuto un calo della vista, ma quando i carabinieri hanno cercato di portarmi con sé mi sono dimenato e uno di loro è caduto. Mi dispiace, ma pagherò e con l’udienza del 16 tutto si chiuderà lì. Se non fossi famoso non se ne sarebbe neppure parlato. Solo una cosa è stata davvero fastidiosa: che qualcuno abbia scritto che ho picchiato mia moglie, che quella sera neppure era lì. Ho avuto momenti difficili anche in passato».
Non pochi, permetterà: qualche episodio di droga, una patente ritirata per stato di ebbrezza...
«Certo, ma ho sempre pagato per i miei errori, li ho ammessi e sono ripartito. Però ormai sono quello che fa certe cose, che eccede. Ci si accanisce su di me perché sono divertente da gossipare e magari è più facile ritirare la patente a me che sono celebre. Ma va bene così, sono una persona vera».
In che senso?
«Non sono l’artista inaccessibile, chiuso in una gabbia dorata. Nella canzone A volte esagero parlo di un “fratello di strada”: è un amico che si sveglia alle 6 e sale sui tralicci dell’Enel per lavoro. A gente così mi rivolgo, di questa gente scrivo. Dopodiché per strada si possono incontrare anche cattive persone, e a volte ne sono vittima, ma lo accetto perché mi permette di scrivere di cose vere e serie. Io mordo la vita, e la vita a volte ha un sapore amarissimo».
Basterebbe un po’ di attenzione però.
«Ha ragione, e mi riprometto di farlo in futuro. D’ora in poi mi gusterò meno qualche cosa, ma ho delle responsabilità: ormai ho 42 anni e 4 figli, se fossi davvero il mostro che viene dipinto non potrei averli. Con 4 figli non puoi non essere all’altezza. E lo sarò adesso. Non ho paura che un giorno leggano certe cose di me su Internet, le sanno già e ne ridiamo assieme. Parliamo del disco però, dai».
In realtà lo stiamo già facendo: di questo in fondo parlano le canzoni di “A volte esagero”. E anche perciò uno sospetta che sia stato studiato.
«Comprendo perfettamente. È che io non sono capace di barricarmi dietro a una canzonetta, inventare qualche palla romantica e finta: devo dire quello che sono, nel bene e nel male, sottolineando tutto con chitarre o archi. La scelta di essere un cantante l’ho fatta, e so che ora sono in un calderone, in un tritacarne. Posso cavarmela soltanto essendo me stesso».
Luigi Bolognini, la Repubblica 9/9/2014