Aldo Grasso, Corriere della Sera 9/9/2014, 9 settembre 2014
IACONA IN STILE «IENE»: L’INCHIESTA NON CONVINCE
Si ricomincia: baby squillo, minorenni che si prostituiscono, utilizzatori finali e altre cosette del genere. Riccardo Iacona ha subito voluto toccare temi forti, caso mai lo spettatore si fosse dimenticato di «Presadiretta» (Rai3, domenica, 21.10). La sua inchiesta, con l’aiuto di attori, ha parzialmente messo in scena l’inchiesta della Procura di Roma sulle due ragazzine di 14 e 15 anni che per mesi si sono prostituite in un appartamento dei Parioli, quartiere esclusivo della Capitale. Una storia che ha coinvolto centinaia di uomini adulti che hanno contattato le due ragazzine.
In questa meta-inchiesta il confine tra impegno civile e sensazionalismo è molto labile. Certo ci si pongono domande di fondo del tipo «com’è cambiato il sesso fra le ragazzine?» o «quali sono i loro modelli?», si mostra la miseria di certi uomini cui non dispiace intrattenersi con le minorenni, si ascolta un’assistente sociale che parla del sesso come «una nuova modalità di comunicazione». Le giovanissime, ci viene spiegato, si vendono per una ricarica di cellulare, per un ingresso in discoteca, per un abito firmato. Si parla della loro fragilità ma poi, alla fine non si lascia nulla di intentato, supponendo che lo spettatore sia un po’ duro di comprendonio.
Era uno Iacona in stile «Iene», un po’ fuori dal suo standard espressivo, non senza scivolate moralistiche. Alle 22.30, quando cade la fascia protetta, eccolo annunziare un «viaggio duro» sui clienti italiani che vanno a prostitute, a partire dal sito «gnoccatravel, il tripadvisor degli utilizzatori finali». E poi un lungo viaggio in Austria e in Thailandia per rispondere alla fatale domanda: «Cosa cercano i milioni di italiani che abitualmente pagano le donne per avere rapporti sessuali con loro, per le strade, nelle case, nei bordelli in Italia e all’estero?». Ah, saperlo!