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 2014  settembre 09 Martedì calendario

LA SECONDA VITA DEL GIGANTE CROSETTO: LA POLITICA È TUTTO, MA LO SPAZIO MI TENTA

Ha deciso: ma non può dirlo. Lascia la politica, lascia Fratelli d’Italia, il partito che ha fondato con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa: ma non può dirlo. Va a fare il manager di Finmeccanica, per poi diventare, presto, tra qualche giorno, il presidente dell’Aiad, l’influente agenzia che raggruppa le aziende legate all’aerospazio: ma tantomeno questo, ovviamente, può dire.
Guido Crosetto ufficialmente tace e però bofonchiando bofonchiando lascia intuire fino quasi ad ammettere.
Voce cavernosa.
Da lassù.
Alto due metri, già noto come «il gigante di Marene», il comune del cuneese di cui fu sindaco, poi presidente dell’aeroporto di Cuneo (già, a Cuneo c’è un aeroporto) quindi deputato di Forza Italia e del Pdl, appassionato sottosegretario alla Difesa, una volta andò con Renato Brunetta a colloquio con Giulio Tremonti; il quale, poco dopo, commentò: «Sembrava di stare al bar di Guerre Stellari».
Brunetta schiumò, Crosetto la buttò sul ridere. Affidabile, leale, brillante, 51 anni il prossimo 19 settembre, uno dei primi a sganciarsi da Berlusconi e dal berlusconismo, ad un certo punto non esitò a fare il giro dei talk show per dire che il Cavaliere era un delusione e il partito un pozzo nero («Per gli elettori del centrodestra è una goduria. A Roma, dove trascorre i giorni da deputato, i passanti lo circondando e gli battono l’anca: alla spalla non ci arrivano», scrisse Giancarlo Perna sul Giornale ).
Fondare Fratelli d’Italia fu un azzardo, un’intuizione, un gesto di coraggio politico. Non eletto alle scorse Europee, l’incarico attuale è quello di coordinatore nazionale del partito.
Un po’ poco, forse.
«E invece no: perché per me la politica è tanto. Anzi, no, di più: è tutto».
Finmeccanica e l’agenzia dell’Aiad, però, sono una bella tentazione.
«Sono una tentazione enorme, sì. Mi piacerebbe moltissimo tornare a lavorare concretamente per il Paese. Sto decidendo, ecco».
Invece mi sa che ha già deciso.
«No, giuro: sto riflettendo e...».
Voci maligne dicono: lascia Fratelli d’Italia anche perché con la Meloni non si prende più tanto.
«Frottole! Stupide frottole! Io penso che Giorgia sia l’unico leader possibile per il nuovo centrodestra! È giovane ed esperta, determinata e credibile. Con Fratelli d’Italia abbiamo fatto un lavoro straordinario. Chi mette in giro voci così, è un mascalzone» (Crosetto ha incontrato la Meloni un’ora fa. Lei, pragmatica e affettuosa: «A Guì, decidi liberamente. Per noi, lo sai, sei prezioso. Ma se vuoi andare, vai. Alle brutte, ti candidiamo il prossimo giro»).
Dovrebbero eleggerla il 15 settembre, giusto?
«L’assemblea è prevista quel giorno: io sto sciogliendo gli ultimi dubbi. Dopo aver parlato con Giorgia, ora devo incontrare Mauro Moretti. Vediamo. Certo la tentazione di accettare è forte, lo ammetto. Ho anche molte sollecitazioni...».
Tipo?
«Tipo che aziende come Beretta mi chiedono di accettare. Ma anche a livello internazionale ricevo pressioni benevole. Dopo l’esperienza di sottosegretario alla Difesa, ho mantenuto rapporti forti e beh, anche da lì, da certi ambienti, ricevo inviti a non tentennare... Vediamo, devo riflettere ancora qualche ora. Sa, la politica è passione, ma io sono anche un uomo abituato a fare, a realizzare».
Wikipedia: Crosetto nasce da una famiglia di imprenditori di Cuneo che produce, sin dalla fine dell’Ottocento, macchine per l’agricoltura. La famiglia aveva solide radici liberali; ma lui, come forma di ribellione, iniziò a frequentare i giovani della Democrazia cristiana. Seguì anche una rapida crisi mistica: lavorò al Cottolengo occupandosi di barboni, sfamandoli, lavandoli, e curandogli le piaghe. Poi a 17 anni rimase orfano di padre e dovette prendere la guida dell’azienda. Quando, agli esordi da deputato, andò ad alloggiare all’hotel De Russie, cinque stelle sul dorso del Gianicolo, ricevendo qualche critica, rispose così: «Primo: sono uno che fuma molto e, quindi, poiché credo di avere i giorni contati, voglio vivere decentemente. Secondo: i soldi li ho di mio, e quelli che spendo non sono i soldi della politica».
Un tipo così sta molto simpatico ai cronisti della politica (abituati a parlamentari banali, grigi, presuntuosi, arroganti). Per chiudere la biografia senza il sospetto del santino, è comunque opportuno ricordare che una volta Crosetto raccontò di essersi laureato in Economia e Commercio. Poi, pensandoci bene, ammise che forse gli mancava ancora qualche esame.
Fabrizio Roncone