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 2014  settembre 08 Lunedì calendario

Il libro “Prince Harry: Brother, Soldier, Son”, scritto dal biografo “reale” Penny Junor, sarà pubblicato in settimana da “Hodder & Stoughton” e racconterà i tormenti profondi del principe trentenne, ripercorrendo la sua vita

Il libro “Prince Harry: Brother, Soldier, Son”, scritto dal biografo “reale” Penny Junor, sarà pubblicato in settimana da “Hodder & Stoughton” e racconterà i tormenti profondi del principe trentenne, ripercorrendo la sua vita. will carling will carling Nel 1993 Harry e William avevano otto e dieci anni, passarono la prima estate senza i genitori, che si erano separati. Diana era stata beccata a flirtare con l’amante James Gilbey, Carlo era invece nel pieno del “Camillagate”, scoppiato grazie a un nastro di 11 minuti in cui l’erede al trono le diceva quanto la adorasse da sempre. Fu impossibile preservare Harry e William dallo stress, dato che a Ludgrove, scuola d’élite, altri 180 ragazzi ricordavano loro cosa fosse appena successo. diana diana Harry è cresciuto senza il conforto materno. Chi lo conosce è felice di sapere che non sarà mai re. C’è stato un periodo in cui ha perso il controllo, in cui era finito in una spirale mortale, dove i traumi di un’infanzia difficile si era combinata al dolore per la morte della madre, così spettacolare da non permettergli alcuna intimità. Aveva dovuto sopportare i disordini alimentari di Diana, i litigi familiari,le conversazioni scabrose di Carlo. diana insieme a martin bashir diana insieme a martin bashir Contrariamente a quanto pensava Diana, non c’era alcun tentativo di screditarla, in seguito alla separazione. Carlo aveva dato specifiche direttive al suo staff per far in modo che niente e nessuno la mettessero in cattiva luce. Era comunque la madre dei suoi figli. Ma Diana era certa che ci fossero cospirazioni contro di lei e mandava messaggi minacciosi a chiunque, anche ai suoi segretari e ovviamente a Camilla. La chiamava nel bel mezzo della notte e le diceva: «Ho mandato qualcuno a ucciderti. Stanno fuori, nel tuo giardino. Guarda dalla finestra: li vedi?» Il carattere di Harry si è formato in queste difficoltà familiari. diana e il principe nel 1997 diana e il principe nel 1997 Diana cominciò a soffrire di bulimia già una settimana dopo la proposta di matrimonio. Dopo la nascita di William cadde in depressione e smise di vedere lo psichiatra due anni dopo, quando nacque Harry. L’immagine della principessa riportata dai giornali era molto diversa da quella che si percepiva in casa. Poteva diventare isterica, autodistruttiva. Quando non riusciva ad intervenire, suo marito semplicemente si allontanava. Chi restava con lei? Harry, che a quell’età era il più pacato, e William che invece era il più esuberante. Gli si spezzò il cuore quando sua madre si liberò della tata Barbara Barnes, al quale era estremamente legato. diana e il principe a 4 anni diana e il principe a 4 anni diana e harry a due anni a majorca nel 1986 diana e harry a due anni a majorca nel 1986 Diana la considerava una minaccia. Ne era gelosa, voleva che i suoi figli amassero più lei di chiunque altro. Con loro era ossessiva e possessiva, ogni volta che si legavano a una tata, Diana la licenziava. Eppure Harry e William passavano la maggior parte del tempo con le tate. Diana aveva diverse relazioni extraconiugali e non risparmiava i suoi dolori ai figli. Tra metà degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 Carlo e Diana non sopportavano nemmeno di stare nella stessa stanza. Diana confidava le sue sofferenze ai figli e e cercava il loro conforto, sebbene fossero dei ragazzini. Li usò spesso come pedine nella guerra a suo marito. Il matrimonio non fallì a causa di Camilla Parker Bowles, ma perché era un’unione sbagliata. Diana aveva un “affaire” con Oliver Hoare, alla cui moglie faceva telefonate silenziose, finché quella non chiamò la polizia e si scoprì che le chiamate arrivavano da Kensington Palace. i primi passi del principe i primi passi del principe il principe harry a 3 anni il principe harry a 3 anni Quando Harry andò al prestigioso Eton College, Diana si era innamorata del capitano di rugby Will Carling. Alle sue partite ci portava i ragazzi. La relazione finì, come quella precedente con James Hewitt. Poi ci fu quella intervista dinamitarda. Non se l’aspettavano né i figli, né la famiglia reale, tantomeno la stampa. In tv, per 58 minuti, Diana parlò delle sue tribolazioni, dei tradimenti, e fu vista da 20 milioni di persone. Era puro teatro per le persone che la conoscevano. Ma il pubblico la qualificò come vittima. Lei sapeva che i media sarebbero impazziti. Sapeva che avrebbe distrutto Carlo, e non pensò che Carlo era anche il padre dei suoi figli. Disse in tv cose che dei ragazzini non dovrebbero mai sentire. E nemmeno i loro compagnucci. In questi casi Diana non ragionava da madre. Era una bambina che combatteva con il senso di abbandono e di vuoto. I suoi figli potevano essere protetti da dolci tate e da efficienti guardie del corpo, ma non dagli estremi emotivi della madre.