Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 08 Lunedì calendario

ARMANI-DEL VECCHIO LA STRANA COPPIA


Per anni Leonardo Del Vecchio e Giorgio Armani erano andati d’amore e d’accordo tanto che il secondo aveva rilevato il 5% delle azioni del primo, che ancora possiede. Poi era arrivato il tempo della rottura, durissima. Infine, di recente, il recupero, almeno sotto il profilo professionale.
In questi giorni in cui Luxottica affronta il divorzio dal manager che l’ha guidata negli ultimi 10 anni, viene in mente quanto già vissuto dalla Giorgio Armani a cavallo del Duemila. Dal gruppo dello stilista uscì, allora, il direttore generale, Pino Brusone, una figura «forte», tanto forte da creare con il suo addio un certo disorientamento nel fondatore. Armani superò più che bene la situazione, ma da quel momento non perse più d’occhio alcuna delle parti della sua impresa, esercitando un controllo assoluto. E nessun manager ebbe mai più il peso pubblico che aveva avuto Brusone.
C’è qualche analogia con quanto è accaduto in Luxottica dove l’amministratore delegato Andrea Guerra, con il quale la multinazionale degli occhiali era ormai da tutti identificata, è stato sostituito da «un triunvirato» formato dal direttore finanziario Enrico Cavatorta promosso amministratore delegato, da un nuovo co-amministratore delegato per il quale è in corso la ricerca e da Massimo Vian sotto la guida operativa dello stesso Del Vecchio tornato in prima persona a occuparsi della «sua» Luxottica? Persone che, nei fatti, già occupavano quelle posizioni senza essere così in vista.
Incontri
Giorgio Armani ha compiuto 80 anni lo scorso luglio, e 80 li compirà Leonardo Del Vecchio il prossimo maggio.
Si racconta che di recente i due imprenditori si siano incontrati, probabilmente per discutere di questioni relative alla licenza che Armani ha con Luxottica e forse questa è stata l’occasione per confrontarsi su se stessi e il proprio rapporto con l’azienda. E si dice che Del Vecchio in queste settimane abbia citato più di una volta il pensiero dello stilista di Via Borgonuovo.
Ma finora Armani e Del Vecchio hanno rappresentato l’uno l’antitesi dell’altro sotto il profilo della governance, cioè le regole di governo societario. Una sorta di padre-padrone il primo che concentra tutto in sé: azionista unico, presidente e amministratore delegato. Capitalista illuminato, il secondo, capace di separare proprietà e azienda tanto da lasciare i figli fuori dalla gestione e affidarla completamente ai manager.
Per questo il nuovo corso di Luxottica ha sorpreso così tanto e porta a fare analogie con Armani. «È fondamentale che una società abbia un programma di continuità della proprietà, della governance e anche della gestione, soprattutto se è quotata come Luxottica — dice Guido Corbetta, professore Aidaf-Ey di Strategia aziendale all’università Bocconi ed esperto di aziende familiari —. Del Vecchio sembrava aver superato il problema delle continuità di gestione, invece oggi pare essere tornato indietro. Le case regnanti — conclude — hanno rigidi programmi predefiniti di successione e forse spiega perché alcune di loro durino così a lungo».
Soluzioni
Sia Armani che Del Vecchio hanno un problema comune, pur se da fronti opposti: la successione. Senza eredi diretti il primo, con molti eredi da tre matrimoni diversi il secondo. Ed è questa la vera partita che caratterizzerà le due società nei prossimi anni.
Attualmente (grafico in pagina) la proprietà di Luxottica è divisa, in parti uguali, tra i sei figli del fondatore, frutto di un accordo raggiungo dopo lunghe trattative prima dell’ultimo matrimonio di Del Vecchio (si è risposato con la seconda moglie, Nicoletta Zampillo, madre del quartogenito Leonardo Maria). L’imprenditore ha già provato in questi ultimi anni ad affrontare un riassetto dovuto all’ingresso della moglie nell’asse ereditario. È un tema che vuole sistemare finché è vivo per evitare problemi successivi (ai rapporti attuali tra i soci ci sarebbero due blocchi), ma finora non ha trovato la soluzione. Anche l’ipotesi di un’alleanza con la francese Essilor, pur se nata per rispondere a una questione strategica, avrebbe avuto l’effetto indotto di disciplinare le questioni familiari.
Oggi non risultano trattative in corso, ma qualche elemento si potrà avere con la formazione del nuovo consiglio di amministrazione la prossima primavera. È già previsto che si libererà qualche posto causa numero di mandati raggiunti e/o età. Una delle ipotesi sul tavolo è che nel cda entri la stessa Zampillo. (Intanto, è dato in uscita dall’azienda il responsabile marketing, Fabio d’Angelantonio).
Si vedrà. La storia passata di Luxottica dice che il fondatore ha sempre avuto a cuore l’indipendenza della sua creatura. Resta da vedere se quello attuale è solo un passaggio o un corso nuovo.