Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 02 Martedì calendario

GUERRA, UN ADDIO DA 45 MILIONI

Si conclude con un divorzio consensuale, come sempre in questi casi anche se le malelingue non si tacciono, uno dei matrimoni più rilevanti della storia industriale e finanziaria d’Italia: quello tra Leonardo Del Vecchio, fondatore e patron di Luxottica, e colui che dal 2004 a ieri è stato il top manager unico del colosso mondiale dell’occhialeria, Andrea Guerra. D’amore (nelle parole) e d’accordo (sul quantum, 45 milioni, oltre al performance share plan, psp, tuttora in vigore), ieri durante il breve cda di due ore le parti si sono accordate sulla buonuscita - l’azienda ha addirittura ricomprato 813 mila azioni, lo 0,17%, garantendo a Guerra l’incasso di 33,7 milioni - e hanno deposto l’ascia di guerra, senza che il professionista milanese, classe 1965, rilasciasse commenti. Al contempo, il gruppo di Agordo (7,3 miliardi di fatturato annuo e una capitalizzazione di 19,6 miliardi), ha definito una nuova governance che stravolge quella attuale perché affida poteri (guida del board e supporto ai nuovi vertici) al numero uno Del Vecchio e crea un co-ceo model, ovvero la gestione a due amministratori delegati. Un ruolo forte lo avrà il direttore generale funzioni centrali, Enrico Cavatorta che, da sempre in azienda, viene promosso ad con la delega alle funzioni corporate. Poi, nell’arco di poco tempo, si troverà un secondo ad che avrà la gestione dell’area mercati. Più voce in capitolo l’avrà anche Massimo Mian che guida la divisione operation e che riporterà direttamente al presidente-fondatore.
Insomma, un cambio di rotta netto che ora dovranno comprendere, valutare e in qualche modo, votare i mercati, gli investitori, i clienti e i partner di Luxottica. Anche se la borsa ha già dato da settimane il suo responso visto che il titolo non ha subito ripercussioni e veleggia stabilmente a 40,84 euro (+0,47%). «Guerra è stato molto elegante, non ha preteso nulla di più di quello che era suo diritto e che gli spettava da contratto», ha dichiarato ieri Del Vecchio. «Lo ringrazio per quanto ha fatto per l’azienda. Purtroppo si sono divisi i progetti futuri. Non abbiamo condiviso gli stessi obiettivi. Ma senza litigare, c’è stata consensualità». Anche perché per l’ad c’è solo da guadagnarci visto che la sua è la seconda buonuscita della storia di Piazza Affari (vedere tabella in pagina). Anche se ora dovrà valutare che strada prendere: se puntare a una carriera internazionale magari negli Stati Uniti o se, invece, aderire al progetto politico di Matteo Renzi e, per esempio, assumere i galloni di possibile nuovo ministro dello Sviluppo, o, infine, lavorare a fianco del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, su un nuovo progetto interno al Pd.
Tornando a Luxottica, va detto che il gruppo non cambierà linee di sviluppo né strategie. «Il trend nel terzo trimestre a oggi è in linea con quello della prima metà d’anno e siamo in grado di confermare per il 2014 risultati in linea con gli obiettivi che abbiamo comunicato», ha confermato in conferenza stampa e conference call il nuovo ad Cavatorta. «Continueremo a gestire con attenzione il nostro portafoglio di brand. Ma non stiamo cambiando la strategia che ci ha portato tanto successo. Restiamo impegnati a una crescita sostenibile di lungo termine, ma avremo un maggior focus sull’efficienza e nel ritorno degli investimenti, massimizzando il valore per i nostri azionisti». Che, per inciso, nei 10 anni di gestione Guerra hanno incassato oltre 1,9 miliardi di dividendi (1,4 miliardi sono andati alla controllante Delfin). «I piani continueranno a essere quelli di sempre. Speriamo in una crescita solida, minimo del 7% annuo», ha poi sottolineato Del Vecchio. «Abbiamo fatto 10 anni con Guerra, ne faremo altri 10 con il nuovo triumvirato». L’obiettivo di medio termine resta quello dei 10 miliardi di ricavi da raggiungere a fine 2016. Puntando magari anche sui Google Glass, uno degli elementi di frizione tra l’azionista e l’ex top manager. «Il presidente li vede come un’opportunità, paradossalmente si è lamentato bonariamente (con Guerra, ndr) di non essere stato coinvolto subito per questo accordo», ha replicato Cavatorta a chi chiedeva lumi sui contrasti riportati dalla stampa tra i due protagonisti della cavalcata decennale del gruppo di Agordo. Che ora riparte per una nuova avventura.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 2/9/2014