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 2014  settembre 02 Martedì calendario

PASSO DOPO PASSO A 4 ZAMPE

Ci sono parentele che dicono tutto. Il sito passodopopasso.italia.it, per dire, il diario dell’operazione mille giorni di Matteo Renzi, sta sul dominio Italia.it  , cioè quell’accrocchio che doveva diventare il portale del turismo italiano ed invece è il manifesto del suo fallimento. Non solo: allo stesso indirizzo IP si trova pure la più geniale creazione della ex ministra Michela Vittoria Brambilla: turistia4zampe.it.
Ecco, fornita di quattro zampe, l’espressione “passo dopo passo” prende tutto un altro ritmo rispetto alla noia da sentiero montano che evoca. I motivi di felicità, peraltro, finiscono qui: il portale presentato ieri dal premier è infatti, ad oggi, poco più di un sito maldestramente pubblicitario con una grafica che ricorda subito quella degli smartphone di Windows. Purtroppo le app non ci sono e i contenuti in genere sono parecchio meno utili.
Cercate documenti, disegni di legge, numeri? Troverete slide, infografiche e il simpatico hashtag “#millegiorni” per permettere anche agli utenti meno svegli di imparare in poche mosse la pubblicistica renziana e riversarla sui malcapitati che abbiano un account Twitter (al momento però – forse per via del destino cinico e baro che già perseguitava il riformista Saragat – sembra che la seconda parte del progetto sia oscurata dalle prese in giro dei più maligni tra gli utenti del web).
La prima icona – anzi le prime due giacché repetita iuvant – di “Passo dopo passo”, per dire, ci guida in una magnifica mappa con “tutti i cantieri dello Sblocca Italia”: trattasi di 27 opere di cui solo quattro, a interpretare tutti i colori della legenda, cantierabili effettivamente entro 12 mesi, più altre cinque che sarebbe possibile sbloccare in un anno a patto di trovare i soldi (“sbloccabili con nuove risorse”, secondo la pudica definizione del sito gemello di turistia4zampe.it). Poi ci sono i contenuti più hard: tipo l’infografica che spiega in una dozzina di punti la riforma della Pubblica amministrazione e quella – dotata di imperdibile intervista alla ministro Maria Elena Boschi al Tg1 – che tratteggia brevemente la riforma costituzionale del governo.
Non manca lo spazio per il miliardo stanziato dal governo per le scuole, quello per gli 80 euro di bonus Irpef e nemmeno una croccante intervista di Andrea Orlando al Sole 24 Ore in cui il Guardasigilli spiega il quanto e il come delle magnifiche sorti – e ovviamente progressive – del sistema giustizia in Italia (“un ampio panorama di interventi e soluzioni, alcune già individuate altre in corso di elaborazione”, si legge nell’appetitosa presentazione). Addirittura un’icona a parte se l’è meritato il controverso e francamente secondario dimezzamento dei permessi sindacali: “10,2 milioni dal 2015 il risparmio dello Stato”, l’effetto secondario che dovrebbe eccitare il lettore contro la casta del sindacato. Sanguisughe visto che ormai l’unica scialuppa di salvataggio per i lavoratori è lo stesso governo: “Electrolux: salvati 1.200 posti di lavoro grazie al decreto Poletti” (ha funzionato talmente bene che l’hanno usato solo quella volta, poi basta che i soldi non crescono sugli alberi e nemmeno addosso a Poletti).
Infine va citato almeno un caso di quella che non potremmo che chiamare “pubblicità ingannevole” o – per i più anziani – “tentata circonvenzione d’incapace”. Una delle icone, per dire, occhieggia rassicurante: “ISTAT: Occupati in aumento da febbraio”. Cioè da quando (ma era il 25 febbraio) il nostro è pervenuto a palazzo Chigi, in Italia si torna a trovare lavoro: forse, come il Duce sul fronte albanese, ci si poteva spingere fino al “dove arrivo io, arriva il sole”. Gli occupati sono cresciuti dello 0,2%, si legge cliccando sul titolo: vero, ma forse andrebbe spiegato che l’ultimo dato (luglio) è negativo per 35mila unità e ne basta un altro simile per tornare ai livelli di febbraio, appunto. Certo, “occupati fermi” non sarebbe un titolo adatto per passodopopasso, nemmeno stando a quattro zampe.
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 2/9/2014