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 2014  settembre 02 Martedì calendario

CERCI, ASSALTO ALL’EUROPA

È arrivato domenica sera, in tutta fretta da Milano, senza bagaglio. Ha cenato con Miguel Angel Gil Marin, il consigliere delegato dell’Atletico nonché figlio dell’ex presidente Jesus Gil. Ha dormito in un hotel alla Finca, la zona residenziale con le super case care ai calciatori che giocano a Madrid. Si è svegliato presto, alle 8.30 era già alla clinica Fremap per le visite mediche. È andato al Calderon e lì ha mangiato, alle 18.30 ha preso confidenza con la squadra e il caldo assoluto madrileno al Cerro del Espino, il centro tecnico dell’Atletico a Majadahonda, una ventina di chilometri a nord di Madrid. E dopo l’allenamento ha firmato un contratto di 4 anni col club spagnolo.

Breve riassunto della prima giornata madrilena di Alessio Cerci, che a 27 anni viene a provare l’effetto che fa misurarsi con una squadra che ha vinto la Liga ed è stata a pochi secondi dal trionfo in Champions. L’Atletico lo ha pagato 15 milioni. In questa sfida c’è il senso del suo trasferimento dal Torino. Lo ha spiegato lui stesso in una lettera postata su Facebook: «Non è mai stato così difficile cercare di spiegare quello che provo. Sono stati mesi complicati, trascorsi tra tante domande e risposte difficili da trovare. Ho fatto tante ipotesi nella mia testa e nel mio cuore e sono tornato indietro nel tempo. Ho pensato ai primi calci a un pallone all’età di 7 anni, ho ricordato tutti i sacrifici e le difficoltà che mi hanno accompagnato durante la carriera, ho pensato ai sogni che facevo da bambino e che ho portato avanti fino a oggi. Chiunque faccia questo mestiere desidera giocare in una grande squadra, confrontarsi coi campioni più forti del mondo e correre nei campi più famosi e prestigiosi. Sono stato combattuto fino all’ultimo minuto: fare il grande salto o restare nella città che mi ha ridato vita e gloria? Credetemi, ho aspettato fino alla fine una proposta valida e speravo che arrivasse con tutto me stesso, ma così non è stato. Allora ho guardato con lucidità l’occasione che mi stava capitando, quella che mi permetterà forse di prendermi tutte le soddisfazioni che aspettavo da sempre, l’occasione che spero possa far capire a tutti che Cerci non è solo la testa calda che tanti hanno descritto per anni, che non è solo in grado di fare la differenza in un piccolo club, ma che può dire la sua anche al fianco di grandi campioni». All’Atletico ci credono, eccome.

Ieri Alessio non ha incontrato il «Cholo» Simeone, a Roma per la partita della pace, ma ha conosciuto l’intensità del «Profe» Ortega, il preparatore dell’Atletico che gli ha messo alle calcagna un suo assistente, Ivan Diaz, per spiegargli i movimenti e dedicargli attenzione extra. Sotto gli occhi dell’agente Sergio Berti, Alessio si è sdraiato tra Raul Garcia e Moyá, ha scherzato con Tiago e Godin, ha incominciato a cambiare il vocabolario della sua vita. Ora dovrà cercar casa, giovedì la presentazione al Calderon, il weekend libero perfetto per organizzare il trasloco. Poi la settimana che porta alla prima partita disponibile: sabato 13 settembre c’è il derby al Bernabeu. A proposito dei sogni di quando era bambino.