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 2014  settembre 02 Martedì calendario

ALANA, LA RAGAZZA NATA CON LA FECONDAZIONE DA TRE GENITORI

Alana ha 13 anni, le piace la matematica, suonare il piano e mandare messaggini al cellulare, ma c’è qualcosa di straordinario in lei. È una delle pochissime persone – trenta o forse cinquanta in tutto il mondo – ad avere tre genitori. La ragazza, che vive alla periferia di Detroit con la mamma e il papà, Sharon e Paul Saarinen, non vuole costruire un rapporto profondo con la terza persona che ha contribuito ai suoi geni. «Non la considero mia madre – ha detto alla Bbc – penso che sarebbe carino ringraziarla, ma niente di più. Ho solo una piccola quantità del suo Dna».
Alana è nata grazie ad una tecnica di inseminazione sperimentale – testata in America negli anni Novanta e poi proibita nel 2001 – cioè il trasferimento citoplasmatico. Dopo dieci anni di tentativi falliti di fecondazione in vitro, Sharon Saarinen restava decisa ad avere un figlio biologico; allora un medico ipotizzò che il suo problema fossero i mitocondri — cioè le «centrali elettriche» della cellula immerse nel citoplasma — che contengono anche una piccola quantità di materiale genetico. Il citoplasma di una donatrice è stato iniettato nell’ovulo di Sharon, poi fecondato con lo sperma del marito, ed è rimasta incinta.
In America, però, le incertezze sulle conseguenze a lungo termine di questa tecnica e i dubbi sulle alterazioni del profilo genetico hanno portato la “Food and Drugs Administration”, ente governativo, a sospenderla. Adesso, invece, in Gran Bretagna il Parlamento sta valutando se legalizzarla: non più come trattamento anti-fertilità ma solo per alcuni casi specifici, quelli delle malattie mitocondriali. Rare ma devastanti e incurabili – secondo uno studio inglese colpiscono una persona su 3.000-5.000 – vengono trasmesse dalla madre ai figli, ma il trasferimento di citoplasma permetterebbe a queste donne di avere figli biologici sani. Ciò che preoccupa i critici è che il trattamento possa compromettere in altri modi la salute dei bambini, che oltretutto a loro volta trasmetteranno ai figli un inusuale codice genetico.
Per capire le conseguenze a lungo termine, in America gli scienziati hanno condotto per cinque anni studi (che considerano promettenti) sui macachi, e chiedono ora l’autorizzazione per passare agli esseri umani. Il centro St. Barnabas del New Jersey, dove il dottor Jacques Cohen negli anni Novanta fu il primo (poi imitato da altre cliniche) a usare il trasferimento dei mitocondri per dar vita a 17 bambini, ha da poco annunciato uno studio su Alana e gli altri ragazzi «con tre genitori», che sono ormai adolescenti. Dei diciassette dei St. Barnabas, due gravidanze terminarono con l’aborto (i bambini avrebbero avuto la sindrome di Turner, un’anormalità genetica in cui un cromosoma sessuale è mancante o danneggiato), mentre un altro manifestò segni di autismo qualche anno dopo (ma non è chiaro il legame con la procedura). In tutte le interviste, la madre di Alana sottolinea che la figlia ha una salute di ferro. «Non sta mai male, un raffreddore al massimo». E insiste: «Ho fatto la scelta giusta».