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 2014  settembre 02 Martedì calendario

RAFFICA DI TAGLI IN SPAGNA E FRANCIA PER SALVARE I CONTI

La medicina più drastica, tra i grandi Paesi della Ue, l’hanno dovuta trangugiare gli spagnoli. Nel 2012 il premier Mariano Rajoy, negli stessi giorni in cui ha varato la legge sul mercato del lavoro, ha dato il via a misure di austerità per 65 miliardi attraverso l’aumento dell’Iva e drastici tagli di spesa nella pubblica amministrazione. Tra le altre operazioni spiccava il taglio della tredicesima per i parlamentari, gli impiegati e le alte cariche della pubblica amministrazione. Solo per gli statali è previsto il recupero nei fondi pensione. Rajoy già due anni fa ha proceduto al taglio dei permessi sindacali e delle ferie dei pubblici dipendenti. Più il taglio dei consiglieri degli enti locali del 30 per cento. Un comportamento che ha strappato gli applausi di frau Angela Merkel che non si stanca di sottolineare l’esempio di Madrid, uno dei pochi Paesi in via di ripresa (+0,6% il Pil) grazie anche alle recenti misure espansive sul fronte fiscale che hanno permesso il boom dell’auto (+13,5% l’aumento delle vendite ad agosto anno su anno). Ma si deve tener conto di due fattori: l’austerità è stata accompagnata dalla concessione dei prestiti Ue alle banche iberiche, che saranno restituiti solo nel 2020. Inoltre, Madrid non è ancora rientrata sotto il 3 per cento nel rapporto deficit/pil.
Il rilievo, per la verità, vale anche per la Francia, il «discolo» d’Europa a detta dei sacedoti dell’austerità tedesca. In realtà, Parigi ha effettuato tagli nel bilancio pubblico che avrebbero dovuto garantire il rispetto della tabella di marcia per il rientro del deficit. Ma la frenata dell’economia ha complicato i piani al punto che la Corte dei Conti transalpina ha eccepito un buco, rispetto alle previsioni, di 14 miliardi. E così i tagli effettuati nel 2013 si sono rilevati insoddisfacenti. A partire da quelli sulla previdenza, ove si è proceduto alla cancellazione delle esenzioni dai contributi per gli straordinari (2 miliardi), maggiori aliquote per i salari del pubblico impiego (mezzo miliardo) e per i contributi sociali. Più pesanti i tagli alla Sanità: dieci miliardi entro il 2017, grazie ad un maggior ricorso ai farmaci generici e un taglio del 2 per cento per i prossimi tre anni grazie allo sviluppo dell’Ondam, l’obiettivo nazionale delle spese delle assicurazioni malattia. Il rimpasto di governo voluto da Hollande comunque fermerà la spendig review: l’obiettivo resta quello di risparmiare 50 miliardi entro tre anni per tagliare 40 miliardi di tasse.
Anche Londra, pur fuori dalla Ue, ha pagato un grave prezzo alla politica dell’austerità, imperniata su un drastico taglio della spesa pubblica. Ma su un punto l’esempio di Londra è senz’altro apprezzabile: la spending review ha portato ad un risparmio straordinario, nell’ordine dei 18 miliardi di euro. Il Cottarelli britannico si chiama Mike Braken, un signore in arrivo dal Guardian, ove si occupava di sistemi di sicurezza informatica, Il suo primo intervento? Far piazza pulita di sistemi di sicurezza troppo complessi e costosi: più di 6 mila sterline per blindare il suo telefonino per renderlo impermeabile alle incursioni degli hackers. L’elenco dei risparmi possibili, racconta, è infinito: solo la creazione di una piattaforma unica per i siti delle pubbliche amministrazioni ha comportato un risparmio di 50 milioni di sterline. Chissà a quanto potrebbe ammontare nel Belpaese dove, probabilmente, non esiste un censimento delle varie postazioni sul web.