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 2014  settembre 02 Martedì calendario

DEL VECCHIO SI RIMETTE I SUOI OCCHIALI


Il divorzio consensuale tra Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, e Andrea Guerra (ora ex amministratore delegato) era in maturazione da mesi. Almeno da quando il secondo si affacciò dal palco della Leopolda per benedire la carriera di Matteo Renzi. Ieri il divorzio si è consumato. Ma al contrario di quanto gran parte della stampa e degli osservatori avevano ipotizzato, è stato veloce e puntale. Come lo strappo di un cerotto. Il messaggio ai mercati è arrivato ancora una volta da Del Vecchio in persona. Abituato a imprimere svolte, stavolta il patron ha mandato un messaggio chiaro: la svolta tanto attesa non sarà una svolta. A 79 anni compiuti, si è rimesso gli occhiali, si è rimboccato le maniche e si è attribuito più deleghe di prima. Creando un triumvirato al cui vertice c’è lui e agli altri estremi il pupillo, già cfo dell’ azienda, Enrico Cavatorta, e, per il momento, Massimo Vian il responsabile operation del gruppo da 5mila paia di occhiali al giorno. «Avrò tre capi azienda al posto di uno: due su tre sono già interni», ha detto il presidente lasciando chiaramente capire che a breve il posto di Vian sarà occupato da un esterno che porterà nuove idee, ma senza cambiare la strategia.
«L’azienda andrà avanti con il triumvirato per altri dieci anni», ha detto per ribadire la sua filosofia di fondo: l’azienda fa i manager e non viceversa. Sicuramente non tutti ne sono convinti, ma Del Vecchio è difficile da smentire. Il suo segreto è sempre stato quello di anticipare il mercato. Cosa ovvia e alquanto rara. È stato il primo negli anni ‘90 a decidere di andare in Borsa, non tanto per raccogliere capitali quanto per imporre una governante seria e avveniristica per l’Italia di quei tempi. Quotò l’azienda per separare gli ambiti dell’azionista da quelli del management. E oggi come allora la scelta del triumvirato porta avanti la stessa logica di separazione degli ambiti. Dopo dieci anni l’esperienza con Andrea Guerra si è dimostrata vincente, ma evidentemente non consentiva più il rispetto dei paletti previsti dal modello Del Vecchio: l’azienda innanzitutto. «Ringrazio Guerra, è stato molto elegante nell’uscita», ha detto il presidente confermando l’elargizione di un bonus da 10 milioni e immediatamente prima di affidare l’importante incarico di braccio destro a Cavatorta.
Il nuovo co-ceo è stato pescato da Del Vecchio nel 1999 alla Piaggio di Pontedera e dopo un colloquio nella sua abitazione privata se lo portò ad Agordo.
Chi conosce Cavatorta, descrive il suo carattere come propenso al lavoro di squadra e opposto a quello di Guerra: individualista. Da anni impegnato a gestire la parte amministrativa, It e finanziaria del colosso, ama dire che la finanza «deve essere serva e non padrona». Uno strumento per consentire alla multinazionale acquisizioni a condizioni migliori e dunque un fatturato di 7 miliardi. Nulla di più. Altrimenti nei mercati globali non si cresce stabilmente. In un’intervista, ha ribadito il concetto è ha aggiunto che tutto sta nella semplicità. Si individua il problema e lo si risolve senza fronzoli né esaltazioni. Lo stesso motto di Del Vecchio.