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 2014  settembre 01 Lunedì calendario

In Europa c’è il rischio di una guerra e il campo di battaglia potrebbe non limitarsi alla sola Ucraina

In Europa c’è il rischio di una guerra e il campo di battaglia potrebbe non limitarsi alla sola Ucraina. L’ha affermato oggi il primo ministro polacco Donald Tusk, presidente in pectore del Consiglio europeo, in un discorso pronunciato questa mattina durante le cerimonie per la commemorazione del 75esimo anniversario dell’aggressione nazista alla Polonia, da cui è partita la seconda guerra mondiale. Non poteva essere più allarmante il primo discorso ufficiale di Tusk dopo la nomina di sabato a presidente del Consiglio Ue: l’Europa rischia di conoscere un’altra guerra al suo interno, e chi pensa che tutto possa rimanere confinato alla sola Ucraina è un illuso. Le dichiarazioni del premier polacco arrivano dopo l’allarme lanciato dalla Lituania, secondo cui "la Russia è in guerra con l’Europa". Leggi anche: Ucraina, ribelli filorussi prendono l’aeroporto di Lugansk. Kiev accusa Mosca: "È aggressione aperta" Di seconda guerra mondiale ha parlato anche il ministro della Difesa di Kiev, Valeri Gheletei, in un agghiacciante post su Facebook. "In Ucraina è arrivata una grande guerra mai vista dall’Europa dai tempi della seconda guerra mondiale [...] Le perdite si conteranno non nell’ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia". Nato: "Nell’Europa dell’Est metteremo in campo forza di reazione rapida". Il summit della Nato, che si terrà questa settimana, dovrà essere l’occasione per i leader dell’alleanza per "riflettere assieme su una nuova politica che abbia come obiettivo principale la sicurezza e l’efficacia d’azione della nostra comunità occidentale di fronte alla minaccia d’una guerra, non solamente nell’est dell’Ucraina", ha affermato Tusk. Poco dopo il discorso del presidente designato del Consiglio Ue, a parlare è stato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha assicurato una presenza della Nato "più visibile a est". Inoltre, il segretario generale ha annunciato che sarà rafforzata la capacità di intervento delle forze di pronto impiego della Nato. I capi di stato e di governo della Nato dovrebbero adottare nel summit di giovedì e venerdì un piano di reazione (il "Readiness action plan", Rap) in risposta alla minaccia russa nella crisi ucraina che sta turbando i paesi della regione, a partire da quelli che affacciano sul Baltico e dalla Polonia. Migliaia di soldati degli eserciti, delle marine e delle aeronatiche dei paesi membri, con l’appoggio delle forze speciali, dovranno avere la capacità di dispiegarsi "in pochi giorni" nella regione. La forza a rapido dispiegamento "necessiterà di installazioni sul territorio dei paesi Nato e di equipaggiamenti pre-posizionati, oltre che esperti in logistica e in comando e controllo. Si tratterà di una forza leggera, ma capace di colpire forte se si rivelerà necessario", ha spiegato il segretario generale della Nato. Rasmussen ha ricordato che i paesi Nato che hanno frontiere condivise con la Russia "sono assai inquieti e ne hanno buone ragioni", ma con l’adozione di questo piano, "saranno assolutamente soddisfatti". Tusk: "Non si ripeta un settembre 1939". Il tutto mentre Tusk evocava il pericolo di un nuovo settembre 1939. "È di nuovo il momento - ha detto il presidente Ue in pectore - di fermare coloro per i quali la violenza, la forza, l’aggressione sono una volta ancora l’arsenale dell’azione politica". Tusk ha dunque chiesto che la solidarietà europea ed euro-atlantica "assuma una dimensione pratica" nell’affrontare la situazione. "Osservando la tragedia degli ucraini, la guerra, perché questo è il termine che va utilizzato, noi sappiamo che il settembre 1939 non deve più ripetersi", ha esclamato, parlando dalla vecchia base polacca di Westerplatte, vicino a Danzica, contro la quale, all’alba del primo settembre 1939, la corazzata tedesca Schleswig-holstein sparò i primi colpi della seconda guerra mondiale. "Dobbiamo imparare le lezioni del passato, senza ingenui ottimismi", ha aggiunto il premier polacco, tracciando quello che ha definito "un inquietante" parallelismo tra l’offensiva nazista in Polonia e Cecoslovacchia, che fu giustificata con la necessità di proteggere le minoranze tedesche nei due Paesi, e l’annessione della Crimea e l’appoggio ai ribelli filo-russi dell’est dell’Ucraina da parte di Mosca. Tusk non è stato il solo a tirare in ballo la seconda guerra mondiale. Il ministro della Difesa ucraina, Valeri Gheletei, lo ha scritto anche su Facebook: "In Ucraina è arrivata una grande guerra mai vista dall’Europa dai tempi della seconda guerra mondiale [...]. Le perdite si conteranno non nell’ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia", ha aggiunto. Merkel: "Si preparano nuove sanzioni contro Mosca". Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, è ormai chiaro che non siamo di fronte "a un conflitto all’interno dell’Ucraina, ma siamo di fronte a uno scontro fra la Russia e l’Ucraina". "Siamo uniti sul fatto che non ci sarà una soluzione militare del conflitto", ha detto Merkel parlando al Bundestag dell’emergenza Ucraina. La cancelliera ha però citato la preparazione di "nuove sostanziali sanzioni". Merkel ha reiterato l’appello a una "tregua veloce" sottolineando poi che nello scenario attuale sono "aumentati i timori" di membri dell’Ue come i Paesi Baltici. "L’articolo 5 della Nato vale per tutti", ha detto, ribadendo che la Germania sta agli accordi dell’alleanza.