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 2014  agosto 31 Domenica calendario

PRENDI I SOLDI E SCAPPA IN STILE COREANO

Mosca
Il banchiere del dittatore nordcoreano Kim Jong-un è scappato in Russia con un malloppo di cinque milioni di dollari e forse con un carico di preziose informazioni sui movimenti di denaro sporco del regime di Pyongyang. A raccontarlo è la testata sudcoreana JoongAng Ilbo, secondo cui Yun Tae-hyong - questo il nome dell’alto funzionario in fuga - la settimana scorsa si sarebbe rifugiato a Nakhodka, nell’estremo oriente russo, non lontano da Vladivostok. Tae-hyong non è un bancario qualsiasi; secondo la “fonte ben informata” citata dal JoongAng Ilbo, è il presidente della Joson Daesong Bank, inserita nel novembre del 2010 nella blacklist del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti perché “agevolava i progetti finanziari illeciti della Corea del Nord”. Questa “banca di regime” è inoltre accusata di essere sotto il diretto controllo del famigerato Ufficio 39 del governo nordcoreano, quello che si occupa segretamente degli affari sporchi del regime asiatico, nonché di procurare ai più alti dirigenti di Pyongyang i beni di lusso banditi dalle sanzioni delle Nazioni Unite.
Come Tae-hyong sia riuscito a raggiungere la Russia rimane un mistero: secondo alcuni media potrebbe rifugiarsi in Corea del Sud e spifferare al governo di Seul una serie di informazioni finanziarie sui rivali nordcoreani. Tae-hyong potrebbe anche aiutare a identificare i misteriosi personaggi incaricati di raccogliere fondi per finanziare il regime di Pyongyang, e così magari aiutare a scovare conti illegali della Corea del Nord, com’è avvenuto nel 2005, quando furono congelati 25 milioni di dollari al Banco Delta Asia con sede a Macao che secondo il Tesoro degli Stati Uniti Pyongyang usava per attività illecite. Non tutti sono però così ottimisti: Koh Yu-hwan, un esperto di Corea del Nord dell’università Dongguk di Seul, dubita che il fuggitivo possa avere informazioni così estese sul regime visto che i funzionari nordcoreani “possono solo sapere ciò che riguarda il loro lavoro”.
Di denaro sporco da far venire alla luce comunque ce n’è tanto, e secondo i Paesi occidentali è in parte frutto del traffico di stupefacenti. L’intelligence di Seul sostiene che alla sua morte, nel dicembre del 2011, il supremo leader della repubblica popolare democratica di Corea, Kim Jong-il, abbia lasciato al figlio Kim Jong-un - attuale dittatore del regime di Pyongyang - qualcosa come quattro miliardi di dollari nascosti in conti segreti in Europa. E oltre al denaro Kim Jong-un ha ereditato tutta una serie di persone che si occupano della sua gestione. Non tutte fedeli, a quanto pare.
Giuseppe Agliastro, il Fatto Quotidiano 31/8/2014