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 2014  agosto 31 Domenica calendario

IL CASO ADDIO JAN E PER, VINCONO GLI ARABI


Roma Benvenuti a Oslo, città del Nobel per la pace, dei vichinghi e dei Mohammed. Per la prima volta nella sua storia, la capitale norvegese scopre che il nome più diffuso tra i suoi abitanti maschi è quello del profeta dell’Islam.
Una svolta, per la verità, annunciata da tempo. Per quattro anni proprio Mohammed era stato in cima alla lista dei nomi dei neonati a Oslo (così come, nel 2013, è in vetta nella stessa classifica in Inghilterra e in Galles), ma giovedì scorso l’ufficio centrale di statistiche norvegese, SSB, ha certificato il sorpasso anche nella classifica assoluta. Con 4.801 Mohammed che vivono nella capitale, il più diffuso nome arabo si impone su tutti gli altri, e lascia dietro di sé anche i due appellativi «indigeni» Jan e Per, che fino all’anno scorso erano le scelte più popolari all’anagrafe della capitale.
La consacrazione del successo dei Mohammed a Oslo arriva mentre il governo norvegese cerca contromisure per disinnescare le aggressive campagne di reclutamento all’estero di Isis e fondamentalisti vari, oltre che per fermare il timore di attacchi sul proprio territorio: è di luglio scorso l’ultimo allarme di possibili attentati con obiettivo la Norvegia, dove vivono circa 150mila musulmani. Secondo l’intelligence locale, il Pst, sarebbero almeno 50 i jihadisti partiti dal Paese scandinavo per combattere in Medio Oriente, e una metà di loro sarebbe in seguito rientrata nella nazione d’adozione.
Così, lunedì scorso, il ministro dell’Infanzia e delle pari opportunità Solveig Horne ha annunciato che l’esecutivo sta pensando di revocare la cittadinanza a chiunque attenti agli interessi del governo o che sia andato volontariamente a combattere con milizie fondamentaliste. Un «segnale forte» a quanti siano sedotti dal Califfato: basterà?
Il timore del radicalismo islamico non è il solo tema che spinge i norvegesi a interrogarsi sulle politiche di accoglienza del recente passato. Proprio a Oslo, prima dell’estate, ha sollevato polemiche il via libera del ministero dell’educazione all’apertura della prima scuola elementare riservata ai musulmani, a lungo reclamata dall’Associazione madri musulmane, dove oltre al regolare programma ministeriale verranno insegnati ai 200 studenti anche i «valori arabi e islamici».
Curiosamente, ad avversare il progetto non è solo il partito del Progresso (FrP) che fa parte della maggioranza di governo e che fa del contrasto all’immigrazione una bandiera, ma anche i laburisti norvegesi, perplessi che dopo gli investimenti sulle politiche di inclusione si conceda ora una forma di «autosegregazione». Segregazione che, secondo il segretario del FrP di Oslo, Camilla Wilhelmsen, già connota abbastanza l’enclave dei «Mohammed», la numerosa comunità islamica (proveniente in gran parte da Irak, Pakistan, Marocco e Somalia) che popola i quartieri orientali della capitale.