Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 31 Domenica calendario

Quello di Aldo, Giovanni e Giacomo è il caso rarissimo di un trio che resiste all’usura del tempo e dei diversi caratteri e trova proprio nei contrasti psicosomatici la forza di rinnovarsi

Quello di Aldo, Giovanni e Giacomo è il caso rarissimo di un trio che resiste all’usura del tempo e dei diversi caratteri e trova proprio nei contrasti psicosomatici la forza di rinnovarsi. Al loro film di esordio Tre uomini e una gamba e ai suoi 40 miliardi d’incasso erano in pochi a crederci. Invece, complici Paolo Guerra il loro produttore di fiducia e la Medusa che da allora non li ha più lasciati, fu un successo straordinario, scoppiato nel Natale 1997. Tanto che da allora, scadenza biennale, il gruppo propone una novità in competizione con il cine panettone che ora ha cambiato confezione: quest’anno ci sarà Il ricco, il povero e il maggiordomo , apologo sociale per ridere, girato come sempre a Milano. L’umorismo di Aldo Giovanni e Giacomo ha valenze che potrebbero sembrare opposte, da un lato i tre attori sono fini osservatori dei comportamenti quotidiani, dei modi di dire, fare e gestire, ma dall’altra poi riescono a concludere anche, all’unisono, il colpo grosso del surreale, come in certi sketch capolavoro come quello dei feti. Nel primo film tutto questo era ancora da dimostrare e il regista Massimo Venier sceglie la storia on the road, da Milano al Sud, benvenuti di qua e di là. Baglio e Storti sono cognati e accompagnano in Puglia Giacomo che deve sposare la terza figlia (la Littizzetto ante Fazio) del loro datore di lavoro, il vecchio Croccolo, storica spalla di Totò. Il viaggio si risolve in una serie di esilaranti catastrofi in cui tutti un po’ si riconoscono (il pallone), incontreranno la Massironi e l’annunciato matrimonio va in crisi ancor prima di essere celebrato. È una idea che raccoglie gli estri e i talenti dei tre simpatici attori, dove trovano spazio anche un po’ di improvvisazione e fulminanti trovate degne di slapstick d’altri tempi. Comunque siamo per fortuna lontani dalla comicità italiana volgare o televisiva, molto è delegato alla fisicità del trio che gode di una sintonia che si comunica in platea dove lo spettatore tende ad allearsi ora con uno ora con l’altro. Spiritosamente assurdi gli intermezzi sul tram, sceneggiatura firmata anche dai tre che del resto non si sottraggono neppure alla responsabilità della co-regìa. La gamba è un pezzo d’opera d’arte, un super pop: quasi un bel film muto.