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 2014  settembre 01 Lunedì calendario

LA PENNA BIRO COMBATTE PER SALVARSI

Non perde inchiostro, non costa nulla ed è sempre a portata di mano: sarà un dito a dare il colpo di grazia alla penna? Nel 2005 la francese Bic annunciò di aver venduto 100 miliardi di penne «usa e getta», abbastanza per poter tracciare per più di quaranta volte il percorso tra la Terra e la Luna e aggiudicarsi il primato della più venduta al mondo.
Bei tempi, ormai andati: per la prima volta in più di cinquant’anni gli incassi del comparto dedicato alla grafica registrano una perdita di due punti e mezzo. È la conferma di un sospetto: a mano si scrive sempre meno, di solito solo se costretti. Non si impugna la penna nemmeno per un appunto al volo o per la liste della spesa, che tanto per questo - e per molto altro - possono andare benissimo anche il telefono, il tablet o il pc.
Così la società nata dal genio del conte francese Marcel Bich ha lanciato la campagna «Fight for your write», che invita genitori, studenti e insegnanti a «lottare per il diritto di scrivere»: scrivere a mano aiuta a sviluppare la propria personalità, rende più creativi e per i bambini è una scorciatoia per l’apprendimento.
Anche se il tornaconto aziendale pare evidente, Bic ha dalla sua psicologi e neuroscienziati, tutti concordi nel dire che sporcarsi le mani d’inchiostro fa bene, soprattutto sui banchi di scuola. Il rapporto tra scrittura e sviluppo educativo ha radici profonde: non è tanto quel che scriviamo che conta, ma come. In Italia è ancora assai difficile imbattersi in una scolaresca senza lavagna ma con schermo al plasma: a meno di una improbabile rivoluzione, astuccio e pennarelli accompagneranno i bimbi ancora per molto tempo. La campagna di Bic è solo in inglese e non è una coincidenza: negli Stati Uniti numerosi istituti hanno deciso di abbandonare i quadernoni.
Una ricerca condotta dall’Università di Washington su due gruppi di bambini, uno armato di penna e l’altro di tablet, dimostra che le aree del cervello stimolate sono molto diverse, proprio come i risultati degli elaborati assegnati. I bambini che hanno composto il testo a mano sono riusciti ad utilizzare più parole, esponendo anche concetti più originali. Di più: due psicologi californiani hanno dimostrato che gli studenti ricordano meglio la lezione se prendono appunti a mano invece che sul pc.
Se in passato la differenza si attribuiva alle distrazioni che può offrire anche il più banale dei programmi di video scrittura, le ultime ricerche invece suggeriscono che scrivere a mano aiuta a fissare meglio e più in fretta le nozioni. Anche Paul Bloom, psicologo di Yale tra i più restii a riconoscere i vantaggi della grafia, pare sulla via della conversione. «Concordo nel dire che scrivere a mano aiuta a concentrarsi di più su quel che si ritiene importante - ha detto nel suo ultimo intervento sul tema. E non escludo che potrebbe anche servire a pensare meglio».