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 2014  settembre 01 Lunedì calendario

“Il Cremlino segue lo schema di Hitler negli Anni Trenta” Woolsey: usa le minoranze per destabilizzare la regione Paolo Mastrolilli L’ex direttore della Cia James Woolsey non usa mezze parole: «Olocausto a parte, Putin sta imitando tutto quello che Hitler fece alla fine degli anni Trenta»

“Il Cremlino segue lo schema di Hitler negli Anni Trenta” Woolsey: usa le minoranze per destabilizzare la regione Paolo Mastrolilli L’ex direttore della Cia James Woolsey non usa mezze parole: «Olocausto a parte, Putin sta imitando tutto quello che Hitler fece alla fine degli anni Trenta». C’è un modo per fermarlo, però: «Agire sulla leva dell’energia, perché se facciamo scendere il prezzo del petrolio sotto la soglia indispensabile a pareggiare il bilancio della Russia, Mosca fallisce». Il leader del Cremlino ha detto che bisogna cominciare a discutere lo status dell’Ucraina orientale per trasformarla in un paese indipendente. Come giudica la sua strategia? «Putin sta ripetendo tutto quello che Hitler fece alla fine degli anni Trenta, a parte l’Olocausto. La strategia è la stessa: usare la presenza di minoranze russe nei paesi dell’Europa orientale, come i nazisti usarono quella delle minoranze tedesche, per staccare pezzi ai vicini, destabilizzarli, e alla fine ristabilire l’influenza o l’egemonia che l’Unione Sovietica aveva su quelle regioni durante la Guerra Fredda. A questo punto non credo che ci siano più dubbi sulle motivazioni, i mezzi, e gli obiettivi del Cremlino». Cosa può fare l’Occidente? «La leva fondamentale è l’energia. Sappiamo che la Russia può usare il gas per ricattare l’Ucraina, e taglieggiare l’intera Europa, ma la sua fonte indispensabile di ricavi è il petrolio. Mosca, per tenere in pareggio il suo bilancio, ha bisogno che il prezzo del barile non scenda sotto i 117 dollari: se cala oltre quella soglia, il paese va in default, perché non ha altre attività economiche significative. Su questo dobbiamo agire, perché quando il prezzo cominciasse davvero a scendere, sarebbe il peggior giorno nella vita di Putin». Come si può raggiunge l’obiettivo? «Gli Stati Uniti potrebbero iniziare ad esportare il loro petrolio e il loro gas, ma questo richiede tempo. Una strada più rapida sarebbe cominciare ad investire subito sulle fonti alternative, come il metanolo prodotto dal gas per alimentare le auto. Secondo uno studio del Mit, ai costruttori costerebbe solo 100 dollari in più fare macchine capaci di funzionare con questi carburanti. Però l’effetto sul prezzo del petrolio, bloccato finora dal rifiuto dei paesi dell’Opec di aumentare la produzione, sarebbe immediato. Nel momento in cui la Russia vedesse scendere i suoi ricavi energetici sotto la soglia della sopravvivenza economica, sarebbe costretta a cambiare linea, oppure a fermarsi per mancanza di risorse. Il risentimento e l’instabilità interna diventerebbero insostenibili per Putin, mentre tutti i paesi consumatori, occidentali e non, trarrebbero vantaggio da questa svolta sul piano finanziario. Le sanzioni non otterranno mai lo stesso risultato». La Russia però sta avanzando ora: non bisogna prendere qualche iniziativa immediata per fermarla? «Sostenere l’Ucraina ed armarla, fornendo la collaborazione di cui ha bisogno per difendersi. Intendo appoggio politico e militare, e quindi intelligence, armi e munizioni. Senza queste mosse, sarà impossibile proteggere Kiev e convincere Mosca che la sua aggressione non verrà tollerata». Il Washington Post ha scritto che una guerra in Europa non è più un’ipotesi non plausibile: ha ragione? «Bisogna essere chiari su quello che sta accadendo: l’Ucraina oggi è come la Polonia nel 1939». Il vertice Nato della settimana prossima in Galles dovrebbe avviare il suo ingresso nell’Alleanza? «Certo. E i nostri governanti, europei e americani, dovrebbero smettere di comportarsi come Chamberlain con Hitler».