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 2014  settembre 01 Lunedì calendario

IL DIZIONARIO LUNGO UN SECOLO

Dalla A, alla zeta di Zythum, bevanda di malto fermentato, ovvero “una birra egiziana”. E con la birra si chiude un’avventura tutta britannica durata un secolo, con i 17 volumi del Dictionary of Medieval Latin from British Sources pronti per la pubblicazione da parte della British Academy, che li metterà in vendita per 660 sterline (quasi 1.100 euro, ma seguirà presto l’edizione digitale). Il curatore Richard Ashdowne, della facoltà di Lettere classiche di Oxford, ha dato l’annuncio alla Bbc commentando: «Oggi, nessuno penserebbe neppure di iniziare un’impresa del genere, se non altro perché i finanziamenti alle iniziative accademiche sono ormai a breve termine».
Nel 1913 invece qualcuno ci pensò, inviando una lettera al Times per spiegare il proposito di creare l’equivalente, per il latino volgare usato in Britannia, dell’Oxford English Dictionary — la “Bibbia” di ogni amante della purezza di una lingua che è la più parlata, e più stravolta, al mondo. Il 6 aprile di quell’anno, il giornale pubblicò un’accalorata lettera del medievalista di Oxford Robert Jowitt Whitwell, che chiedeva se c’erano volontari pronti alla ricerca. C’erano, e il piccolo gruppo di appassionati, composto da preti, militari in pensione, funzionari coloniali che contribuivano dall’India, si
mise al lavoro. Whitwell era più che preparato: lui da solo, aveva fornito ben 33mila schede per fare proprio l’Oxford English Dictionary. «Buona parte dei testi britannici in latino medievale sono stati esaminati in quei primi anni — spiega ora Ashdowne — trovando testimonianze per ogni parola, insieme all’uso e ai significati. E dotando ogni voce di esempi tratti direttamente dai testi». Oggi, sono arrivati a 750mila schede per oltre 58mila voci. Così nel dizionario si scopre che in quei secoli fra la caduta dell’Impero romano e il 1600, in Britannia si scriveva “semidormitare” per una persona mezzo addormentata, oppure “essewera”, dal latino classico “ex” e “aqua” per dire fosso, scolo. “Essewera” poi prese dall’anglonormanno e dal francese antico, per diventare infine “sewer”, fogna, nell’inglese moderno.
Nella ricerca, gli studiosi hanno ripercorso quei secoli in cui il latino fu usato da oltre duemila autori britannici, senza contare i documenti pubblici, venendo man mano influenzato da celtico, germanico, sassone, norvegese, francese antico, arabo, greco. E restando il linguaggio della Chiesa, con i monasteri che avevano anche compilato dizionari di “inglese-latino” per insegnarlo ai bambini. Anni di lavoro, per arrivare a pubblicare un primo assaggio, le lettere A e B, nel 1975, quando Whitwell era morto da quasi mezzo secolo.
L’informatica ha accelerato un poco i tempi. Quando Ashdowne è diventato il terzo curatore dell’opera, nel 2008, era arrivato il turno della T: la S era stata appena completata. Ora invece c’è tutto: quattromila pagine per scoprire che “caminus” vuol dire chimney, cioè camino, e venne usato nel 1340 per resocontare i danni di un terremoto che aveva otturato, appunto, tutti i camini. Che “cyula” è la forma latina del sassone “ciol”, cioè “barca lunga”. E che nel 1252 l’orso polare della Torre di Londra veniva portato a prendere pesci sulle rive del Tamigi dotato di “camus”, museruola, perché altrimenti se li mangiava.