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 2014  agosto 31 Domenica calendario

ROMA —

Il nodo della giustizia civile sta tutto in una parabola che potrebbe sembrare banale se non rischiasse di innescare effetti drammatici sulla nostra economia. Si duole il giudice di Cassazione Giuseppe Maria Berruti, incaricato dal ministro Andrea Orlando di scrivere una parte della riforma appena varata dal governo: «Prendiamo un sindaco poco virtuoso che fa costruire una scuola e poi, una volta consegnata l’opera al Comune, decide di non pagare la ditta appaltatrice. Il primo cittadino rinvia l’impegno preso, accampando una scusa qualsiasi: “Il tetto fa acqua, i bagni non funzionano...”. E magari spende quei soldi per fare altro. A quel punto, l’imprenditore che fa? È costretto a rivolgersi a uno studio legale per promuovere una causa contro il Municipio inadempiente, abboccando così all’amo lanciato dall’amministratore scaltro che, contando sui tempi lumaca dei tribunali, scaricherà il suo debito sui suoi successori. Infatti, dopo molti anni, quando la Cassazione confermerà una condanna quasi certa per il Comune insolvente gli effetti collaterali di tanta inefficienza saranno due: 1) l’imprenditore, soprattutto se è medio-piccolo, sarà nel frattempo fallito; 2) il debito, che verrà pagato da un altro sindaco, sarà assorbito in buona parte dai curatori fallimentari, dalle spese legali e dai fornitori. A quel punto si potrà ben dire che la giustizia civile inefficiente ammazza l’imprenditore buono premiando invece chi del fallimento fa una risorsa economica».
Il giudice Berruti (presidente della Terza sezione civile della Cassazione e direttore del Massimario) da tempo va raccontando la parabola del «processo civile intasato dalle cause di chi lo utilizza come strumento di dilazione del debito». Stavolta però — visto che da aprile è il presidente della commissione ministeriale per gli interventi urgenti nel processo civile — gli è toccato sovrintendere alla stesura della legge delega che, oltre agli interventi immediati affidati a un decreto legge, rappresenta il vero orizzonte strategico del governo per scoraggiare i campioni delle cause perse che tanto male fanno alla nostra economia.
Il primo grado
«Basta vedere l’aumento dei fallimenti e l’indotto che c’è dietro» per capire che già dai suoi primi passi il processo civile va asciugato. Nello schema di delega e nella relazione tecnica consegnate al ministero, il giudice Berruti ha dunque previsto una serie di interventi sulla procedura: passano da 3 a 2 gli scambi di memorie tra le parti prima dell’udienza che tratta la causa. A quel punto, nel nuovo schema il giudice formula una prognosi scritta e motivata sulla causa, fornendo anche una via d’uscita: sic rebus stantibus , per fare l’esempio di prima, il Tribunale consiglia al Comune di pagare l’imprenditore che ha costruito la scuola pronosticando l’esito del processo sfavorevole per l’amministrazione. Ecco, osserva Berruti, con una prognosi sfavorevole «quale sindaco, o quale amministratore di società di capitali, persisterà? In altre parole, il debitore è avvertito e se non provvede per tempo poi se la vedrà con la Corte dei conti o con i soci. Riassumendo, per scoraggiare chi usa la giustizia lumaca per dilazionare il debito, la delega prevede 3 passi: prognosi scritta del giudice che mette in guardia la parte che quasi certamente perderà la causa, ritorno all’oralità del processo davanti al giudice (eliminando così tonnellate di pagine scritte che spesso nessuno studia), temporanea esecutività delle sentenze di primo grado.
L’appello
II secondo grado è meno problematico. L’intervento sulla procedura riguarderà meccanismi di maggior rigore per chi tenta di andare oltre i motivi contenuti nell’impugnazione.
La Cassazione
Qui, con 45 mila avvocati patrocinanti contro i 240 presenti con le stesse funzioni in tutta la Francia, è prevista una vera rivoluzione. Oggi il giudice anticipa alle parti una soluzione — prospettando per il ricorso una manifesta fondatezza, una manifesta infondatezza o l’inammissibilità — alla quale poi le parti replicano con memorie su memorie, con repliche su repliche: «Insomma, un quarto grado di giudizio che va eliminato», conferma Berruti. Anche perché una causa in Cassazione così concepita non costa meno di 5-6 mila euro.
L’esecutività della sentenza
Per rendere efficace una sentenza bisogna poterla eseguire anche perché, nel caso di una grossa somma non pagata, il debitore spesso fa sparire i beni sui quali il creditore può rivalersi. Ecco dunque che servono meccanismi più severi per imporre una cauzione a chi fa opposizioni davanti alle richieste dei creditori.
I tribunali delle imprese
Già varati da Monti, presto avranno un raggio di azione più ampio: potranno ricorrervi le imprese individuali (non solo quelle di capitali) e si occuperanno oltre che di diritto societario e di marchi anche della concorrenza. Nello schema della delega, c’è la figura degli esperti di alto profilo (Banca d’Italia, Abi, Consob) che andranno sostituire i costosi consulenti privati chiamati dai tribunali. Per sintetizzare questo lungo percorso, che dovrà oltrepassare il vaglio del Parlamento e dei decreti legislativi, il giudice Berruti chiosa: «La giustizia lenta genera un’economia dell’inefficienza. Invece, l’efficienza chiude la porta alla corruzione e al malaffare».
Dino Martirano