Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 30 Sabato calendario

MOSCA AVVERTE LA UE: «INVERNO VICINO, FLUSSI DI GAS A RISCHIO»

Se la Russia - o i suoi alleati della Novorossija - ha aperto un secondo fronte in Ucraina, Vladimir Putin guarda già oltre. «I nostri interessi - ha detto ieri - sono concentrati sull’Artico. E naturalmente dovremmo rivolgere più attenzione alla questione dello sviluppo dell’Artico e al rafforzamento della nostra posizione».
Il tema e delicato: da tempo Mosca ambisce a espandere la propria zona di influenza, fin da quando - nel 2007 - andò a piantare la propria bandiera in fondo al mare sotto al Polo Nord, per affermarne l’appartenenza alla propria piattaforma continentale. Ma lo sviluppo delle risorse energetiche nascoste tra i ghiacci prevedono la collaborazione con le compagnie straniere, padrone di tecnologie che i russi ancora non hanno. Una collaborazione messa a rischio ora dalle sanzioni, che gli sviluppi degli ultimi giorni in Ucraina rischiano di appesantire ancora.
Ma sul fronte energetico, ben più urgente dell’Artico è il confronto tra Mosca e Kiev sulle forniture di gas, su cui l’Unione Europea sta cercando di mediare, nella speranza di riavviare negoziati a tre con russi e ucraini a settembre: come peraltro Putin e il presidente ucraino Petro Poroshenko sembravano aver deciso, nel loro incontro di Minsk. «Anche in situazioni di crisi - ha osservato ieri il commissario Ue all’Energia Günther Oettinger, a Mosca per incontrare i vertici di Gazprom e il ministro russo Aleksandr Novak - ho sempre detto che il settore del gas non dovrebbe essere utilizzato come arma per sanzioni ed escalation». Eppure Novak ha ribadito lo spauracchio di un’interruzione delle forniture di gas all’Europa, ricaduta della chiusura dei rubinetti all’Ucraina: a cui Gazprom da giugno ha sospeso gli invii, rivendicando il pagamento di 5 miliardi di dollari di arretrati.
Il freddo, ha avvertito Novak, potrebbe costringere l’Ucraina ad attingere ai flussi rivolti all’Europa, se la disputa con la Russia non verrà risolta prima dell’inverno. Alzando la pressione, il ministro russo dell’Energia ha detto che sarebbe necessario che Kiev onorasse i conti immediatamente, in modo da riavviare le forniture e ottenere i 10 miliardi di metri cubi nel tempo necessario, due mesi secondo Novak, a ricostituire le scorte nei depositi sotterranei. Attualmente la situazione in Ucraina, ha detto, «è critica».
Ma l’incontro di Mosca non è ancora servito ad avvicinare le posizioni. Come ha chiarito al termine Aleksej Miller, amministratore delegato di Gazprom, prima di riavviare le forniture il monopolio russo del gas esige il pagamento di almeno 2 miliardi, una parte del debito. Che in totale, secondo Gazprom, supera i 5 miliardi, somma che la compagnia ucraina Naftogaz non riconosce. Il cuore del problema è l’aumento del prezzo imposto dai russi con il cambio di regime a Kiev: in pochi giorni il prezzo "scontato" di 268,5 dollari per mille metri cubi è saltato a 485 dollari. E se ora l’Ucraina è disposta ad accettare una tariffa poco sopra i 300 dollari, Gazprom insiste per mantenere la cifra di 485, scontandola però di 100 dollari per un anno o due. Di fronte al rifiuto di Kiev, Bruxelles ha proposto di far ripartire le forniture in base a un accordo provvisorio, prezzo 320 dollari, nell’attesa che sulla disputa si pronunci la Corte di Stoccolma sugli arbitrati internazionali. Ci si lavorerà ancora da Bruxelles, ha spiegato la portavoce Ue Marlene Holzner mentre Oettinger e Novak hanno ribadito lo stesso concetto che suggerirebbe di far presto: «Ogni giorno che passa - ha detto il ministro russo - ci avvicina all’inverno».
A.S., Il Sole 24 Ore 30/8/2014