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 2014  agosto 23 Sabato calendario

«LA FRASE SUL ROMENO PIRATA STRADALE? NON MI PENTO, E LA GENTE È CON ME»

[Intervista a Viviana Beccalossi] –
«Non sono pentita». Viviana Beccalossi, assessore lombardo al Territorio in quota Fratelli d’Italia, è al centro di una violenta polemica. A scatenarla, un pensiero molto forte affidato alla sua pagina Facebook. Giovedì mattina, dopo aver appreso della morte della piccola Greta (5 anni) a causa di un incidente stradale, la Beccalossi scrive: «Un solo commento, forse cattivo e poco usuale per un “politico”: non mi dispiace affatto che questo romeno ubriaco e assassino sia morto, anzi… E una preghiera per Greta e il suo papà». Parole forti, si scatena il finimondo. Il giorno dopo, Viviana Beccalossi accetta di parlare con Libero. Assessore, lei ha definito il ragazzo romeno «ubriaco e assassino», ma dai primi riscontri l’auto su cui guidava era del convivente della madre e per gli esiti degli esami sul tasso alcolemico ci vorranno settimane. Un po’ imprudente, non trova? «Ho scritto quel post quando le agenzie di stampa avevano battuto la notizia secondo la quale la piccola Greta era stata uccisa da un romeno ubriaco a bordo di un’auto rubata. Nel corso della giornata, poi, sono arrivati nuovi elementi, ma il post era già stato scritto». Uno sfogo figlio del momento, dunque? «No, uno sfogo figlio della situazione sociale che viviamo in Italia. Ieri un bulgaro 37enne che aveva investito un bimbo in provincia di Ravenna è stato fatto uscire dal carcere, aspetterà il processo ai domiciliari. Fatti come questo e come l’incidente di Verolanuova alimentano il clima di costante insicurezza». Per quella frase è finita sommersa dalle critiche... «La grande maggioranza dei cittadini è con me. Tolti i soliti perbenisti striscianti, la gente, quella che vive questi drammi tutti i giorni, mi ha dimostrato solidarietà. Persone comuni e alcune associazioni di parenti di vittime della strada mi hanno scritto per esprimermi vicinanza, e la cosa mi ha colpita». Da tempo si parla dell’introduzione del reato di omicidio stradale, ma non se n’è mai fatto nulla. «Da anni con Fratelli d’Italia ci battiamo per questo. I dati parlano chiaro: la prima causa di morte e invalidità giovanile è rappresentata dagli incidenti stradali. Non credo ci voglia molto ad approvare una legge con pene certe per chi si comporta da irresponsabile. Lancio la sfida a Renzi: porti la proposta per il reato di omicidio stradale in Parlamento, vedremo chi non la voterà». Tornando alla sua frase: visto il suo ruolo, forse un po’ più di cautela... «Ripeto, quando ho scritto quelle parole la situazione appariva questa: un extracomunitario aveva rubato un’auto e guidando ubriaco aveva ucciso due bambini e mandato all’ospedale il loro papà. In quel momento ho provato a mettermi nei panni di una madre e di una moglie che non sa se per questa tragedia potrà mai avere giustizia dallo Stato. Casi come questo non sono isolati. Molti non lo ricordano, ma qui nel bresciano, a Pontoglio, un paio di mesi fa due extracomunitari hanno ammazzato una persona a bottigliate per rubargli una vecchia macchina». Si riferisce all’omicidio di Pietro Raccagni? «Sì. Sono andata a trovare la moglie, le ho parlato. Quando Renzi è venuto a Brescia a incontrarla c’ero anch’io, la signora mi ha voluta al suo fianco. Al premier ha chiesto che lo Stato faccia giustizia». Invece... «Si è abrogata la Fini-Giovanardi così che gli spacciatori possano vendere indisturbati la droga ai nostri ragazzi, e ogni due o tre anni si vota uno svuotacarceri. Le sembra una cosa seria? Io dico, Renzi a settembre si presenti con tre priorità: certezza della pena per chi delinque, reato di omicidio stradale e regole certe per l’immigrazione. Senza contare che se si investisse su carceri nuove, magari con il coinvolgimento di privati come in altri Paesi d’Europa, ci sarebbe pure un risparmio per lo Stato». Secondo lei a Brescia e provincia si vive in trincea? «Brescia è la città col maggior numero di stranieri regolari: il 13% della popolazione. E il governo ha annunciato che manderà centinaia di profughi per farli alloggiare in alberghi e caserme cittadine. Intanto la nostra gente perde il lavoro, fatica a tirare fine mese e, come se non bastasse, vede arrivare stranieri che costano allo Stato 900 euro al mese, più di quanto un italiano percepisce di pensione minima dopo 40 anni di lavoro e sacrifici. Questo è razzismo al contrario». A proposito di immigrazione: l’operazione Mare Nostrum, unita all’atteggiamento latitante dell’Europa, non aiuta certo il nostro Paese. «Colpa di un governo debole che si è fatto maltrattare da Bruxelles. Dopo che ad Alfano hanno detto “problemi vostri”, beh, ministro dell’Interno e premier avrebbero dovuto dire: “Bene, allora chiudiamo le frontiere e non accogliamo più nessuno”. E non mi vengano a dire che i profughi da noi sono solo di passaggio, perché ormai è chiaro che i Paesi europei gli extracomunitari non li vogliono. E ce li dobbiamo tenere». In chiusura: assessore Beccalossi, dica la verità, riscriverebbe oggi quella frase o se n’è pentita? «Date le condizioni che le ho spiegato, no, non sono pentita. La riscriverei. C’è chi insinua che l’abbia fatto perché il ragazzo coinvolto era romeno, ma fosse stato italiano per me sarebbe stato lo stesso. Sempre un assassino».
Fabio Rubini, Libero 23/8/2014