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 2014  agosto 23 Sabato calendario

DRAGHI: USARE MEGLIO LA FLESSIBILITÀ SUI CONTI

Francoforte.
La politica monetaria della Banca centrale europea può e deve giocare un ruolo chiave nella lotta alla disoccupazione e la Bce, ha detto ieri il suo presidente Mario Draghi, è pronta a fare di più di quanto già annunciato, ma deve essere affiancata dalla politica di bilancio, che trovi spazi di flessibilità nel Patto di stabilità e lanci un vasto programma di investimenti pubblici, e dalle riforme del mercato del lavoro. Politiche della domanda e dell’offerta, quindi un mix di misure di politica monetaria, fiscale e strutturale, devono essere adottate assieme per tornare a livelli di occupazione più alti. Di fatto, il presidente della Bce è sembrato legare la possibilità che la banca centrale si spinga a realizzare un piano di acquisti di titoli come il quantitative easing all’attuazione di riforme da parte dei Governi. E ha sottolineato più che nel recente passato la flessibilità già esistente nelle regole di bilancio, argomento al centro della discussione in Europa.
Nel suo intervento al simposio della Federal Reserve a Jackson Hole, quest’anno dedicato al problema della disoccupazione, Draghi non si è sottratto al richiamo che gli hanno rivolto di recente diversi esponenti europei, compreso il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, perché la banca centrale faccia la sua parte per la ripresa dell’Eurozona. Ma per ora ha semplicemente ripetuto la convinzione che il pacchetto di misure presentato a giugno (le iniezioni di liquidità Tltro, la prima delle quali a settembre, per far ripartire il credito all’economia reale e i futuri acquisti di titoli cartolarizzati Abs, oltre alle riduzioni dei tassi d’interesse) fornirà la spinta necessaria alla domanda. Ma ha anche ribadito che la Bce è pronta ad andare oltre, con l’uso di misure non convenzionali (come l’acquisto di titoli pubblici e privati), per salvaguardare "l’ancoraggio" delle aspettative d’inflazione vicino al 2%: con l’inflazione oggi allo 0,4% i mercati cominciano a delineare un profilo dell’inflazione anche nel medio e lungo termine pericolosamente basso, se non vicino alla deflazione. La Bce conta anche, ha sottolineato Draghi, sul fatto che la divergenza fra i tassi Usa, che saliranno più rapidamente, ed europei nei prossimi anni servirà a indebolire l’euro. «Quando la disoccupazione è alta e la coesione sociale minacciata, la pressione sulle banche centrali invariabilmente aumenta», ha ammesso l’ex governatore della Banca d’Italia, il quale ha anche sostenuto che quelle attuali non sono condizioni normali e che «il rischio di fare troppo poco» supera quello di «fare troppo». Draghi offre un quadro della disoccupazione europea che, a differenza di quella americana, non ha cominciato a riassorbirsi dopo la crisi finanziaria globale del 2008-2009, ma ha continuato a crescere, stabilizzandosi solo di recente ed è oggi all’11,5%, anche se molto diseguale fra il 5% della Germania e il 25 della Spagna. I Paesi più esposti alle tensioni di mercato sono quelli che hanno accusato l’aumento più grave della disoccupazione.
La politica di bilancio può aiutare la ripresa della domanda con quattro elementi, pur senza cambi al Patto di stabilità che, secondo Draghi, sarebbero autolesionisti: sfruttare la flessibilità già esistente nel patto stesso per fare le riforme; realizzare un risanamento favorevole alla crescita con tagli alla spesa pubblica improduttiva e alle tasse; coordinare le politiche fiscali nazionali (un modo per dire che chi ha margini di bilancio, come la Germania, li sfrutti); varare un vasto programma europeo di investimenti pubblici come proposto dal presidente entrante della Commissione, Jean-Claude Juncker.
La terza gamba delle proposte di Draghi riguarda la riforme del mercato del lavoro. Queste devono da un lato consentire ai lavoratori di trovare più rapidamente nuovi posti: il presidente della Bce insiste da tempo sull’eliminazione del mercato duale, sulla diversificazione dei salari, sul legame fra questi e produttività, sulla coincidente riforma del mercato dei prodotti per creare opportunità in settori diversi. Dall’altro, Draghi ritiene sia importante migliorare la qualificazione dei lavoratori, attraverso l’istruzione e la formazione permanente.
Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore 23/8/2014