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 2014  agosto 23 Sabato calendario

LA LEZIONE DEL FOOTBALL

Una vittoria che non ammette repliche. Se ci fosse una competizione in campo economico che mettesse uno contro l’altro i maggiori sport di Europa e Stati Uniti, ovvero calcio e football, il trionfo di quest’ultimo sarebbe schiacciante. Lo spunto viene da una classifica che la rivista Forbes ha pubblicato in settimana e che ha messo in graduatoria in base al loro valore monetario le 32 franchigie di football. Il ranking mostra come i Dallas Cowboys, considerati la Juventus degli Usa per il numero dei tifosi sparsi per tutti gli Stati Uniti, siano in testa con un valore stimato della franchigia di 3,2 miliardi di dollari, in virtù del maggior fatturato e utile operativo nel 2013, rispettivamente 560 e 246 milioni di dollari. In ultima posizione si trovano invece i Saint Louis Rams, team che originariamente era basato a Los Angeles, con un valore stimato di 930 milioni e un fatturato 250 milioni di dollari. Ciò significa che il divario tra il valore della prima della classe e l’ultima, la 32esima, è solamente di 3,4 volte, che si riduce a 2,4 volte in termini di ricavi. Una situazione stridente con quella del calcio in Europa dove sempre secondo la classifica di Forbes, pubblicata in primavera, il Real Madrid è il club che ha il maggior valore, stimato in 3,44 miliardi di dollari, mentre il fatturato raggiunge i 675 milioni di dollari (superiori dunque anche a quelli dei Dallas Cowboys). Nella stessa classifica il Napoli, che è 20esimo, ha un valore stimato di 296 milioni e un fatturato di 156 milioni di dollari. In poche parole, il primo della classe ha un valore superiore di 11,6 volte a quello del 20esimo e un fatturato di oltre 4,3 volte.
La maggiore compattezza del sistema della National Football League è evidenziata nella tabella in pagina. Nella graduatoria si nota infatti come solamente cinque squadre di calcio (Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Bayern e Arsenal) hanno un valore di mercato tale da competere con i colossi del football. Il Chelsea, sesto nella graduatoria del calcio, vale meno dei Rams ultimi nel football. In poche parole, il valore stimato delle prime 20 franchigie di Nfl ammonta a circa 33,5 miliardi di dollari mentre quello dei primi 20 club di calcio in Europa non supera i 21 miliardi di dollari.
Ovviamente il raffronto necessita di alcune considerazioni. Innanzitutto le franchigie di football fanno parte di una stessa nazione e quindi tra loro non ci sono differenze fiscali che in taluni casi determinano strategie differenti nei club di calcio. Soprattutto, però, il football, come tutti gli sport statunitensi, poggia sul sistema dei draft, ovvero della scelta dei migliori talenti dai campus universitari. Un sistema che consente ai team con i risultati più scadenti di scegliere per primi nei draft della stagione successiva. L’obiettivo finale è infatti mantenere il più alto possibile il livello della competizione, affinché l’imprevedibilità e l’appeal del campionato siano sempre sostenute.
Questo protocollo non è ovviamente replicabile nel calcio, visto che in primo luogo non è soggetto a un’unica giurisdizione legale e che non si basa in seconda istanza sul sistema delle università. Ciò rende il calcio più soggetto alle regole del libero mercato in cui i club con maggiori risorse non hanno costrizione alcuna nell’accaparrarsi i migliori talenti. Un sistema che in questi ultimi anni sta allargando in misura ulteriore, creando un sorta di oligopolio di alcuni club nel mercato internazionale.
Ciò non toglie tuttavia che le squadre della Nfl rappresentino un esempio in termini di generazione del fatturato. Nello specifico basta considerare che la stagione regolare del football dura da inizio settembre a fine dicembre e una franchigia, se non si classifica per i play-off, gioca soltanto 16 partite in una stagione, di cui solo otto in casa. Inoltre, soltanto 12 squadre su 32 entrano nei play off sperando così di allungare il numero di match sino al Super Bowl, la finale che assegna il titolo. Nel migliore dei casi, comunque, una squadra può giocare soltanto 20 partite in un anno, ovvero le 16 di regular season più quattro nei play-off. In questo breve lasso di tempo e con un numero così risicato di match i manager delle varie squadre devono nei fatti costruire l’intero ricavo di una stagione tramite strategie di marketing, merchandising e incassi da stadio. Senza contare che i costi sono notevolissimi, visto che il football prevede una squadra per la fase di attacco (11 giocatori più le riserve), una per la difesa e un’altra ancora incaricata delle cosiddette situazioni speciali. Una differenza impressionante con il calcio, sport in cui i maggiori club invece possono contare su una stagione di 10 mesi in cui giocano circa 60 partita tra campionato e coppa nazionale in aggiunta alle manifestazioni internazionali.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 23/8/2014