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 2014  agosto 23 Sabato calendario

GATTUSO: «COMPRATE UN TOP PLAYER A INZAGHI»

Ha la faccia da Ulisse. Barba scolpita, sguardo fiero. Sion in Svizzera, Palermo in Italia, Eraklion a Creta. Un anno ad allenare l’Ofi. Buona squadra, diciamo semidei, perché Olympiacos, Panathinaikos e Paok sono in cima all’Olimpo. Irraggiungibili. «Ma è la mia sfida — sussurra Rino Gattuso —. Ho uno staff eccezionale. E un presidente con un cuore grande così. Budget all’osso, sacrifici. Però io e il gruppo faremo bella figura».
Pende-tria-dio, cioè 5-3-2. All’insegna della velocità. Gattuso, quanto crede a questa avventura? Ricorda Malesani e il suo sfogo al Panathinaikos?
«E chi lo dimentica. Ma che gusto c’è ad avere la pappa pronta? Voglio allenare in silenzio. Non ho promesso nulla. Solo un campionato dignitoso. Ci sono con me marinai coraggiosi. Il motto: poche parole e tanti fatti».
Riparte dopo Sion e la breve esperienza al Palermo di Zamparini...
«Mi è servita tanto e lo ringrazio, ma rifarei tutto. I cazzotti fanno crescere».
Le sue urla sono saette e tuoni: «Come on come on, go go», mentre il vice Gigi Riccio annuisce.
«Devo trasmettere la forza. Qui mi chiamano Rinokeros, non Ringhio. Ma mi incazzo quando i ragazzi non seguono le indicazioni. Fuori dal centro sportivo c’è scritto “lavori in corso”: si parte».
Oggi si gioca, qual è il primo avversario?
«Il Panetolikos. Squadra da non sottovalutare. È da ben 10 anni che non riescono a vincere la prima di campionato, ma giochiamo in casa e qui la curva è davvero esplosiva. Lo stadio contiene 9 mila spettatori, ma sembrano 100mila; sembra di essere a San Siro. Si fanno sentire. Poi abbiamo il Veria ancora in casa e alla terza c’è la prova del fuoco nella tana dell’Olympiacos. Insomma come nel labirinto contro il Minotauro».
Però Teseo ha sconfitto il Minotauro. Lei all’Ofi, Inzaghi al Milan, che effetto le fa?
«Se penso al Milan mi si gonfia il cuore. È nel mio sangue, ci soffro ancora adesso. Di Pippo conosco temperamento e forza, farà il suo. Se magari gli comprassero un top player...».
Uno in realtà c’era già, nel bene e nel male, ed è finito al Liverpool: Mario Balotelli.
«Non parlo della sua cessione, ma è un talento, può decidere ogni gara ma deve essere seguito. È grande, però deve capire che non ci sono figli e figliastri. I giocatori sono uguali».
E Pirlo? Continua a sorprendere. Altro che finito...
«Andrea? Che splendida carriera che ha fatto».
Qui a Creta è il paradiso...
«Beh, nella scelta ha influito molto. Sembra la mia Calabria. Ci ho portato moglie e figli. Mai senza di loro».
Dica la verità: a un ritorno in azzurro ha mai pensato?
«No no. Troppo presto. Voglio crescere. Soffrire. Qui sono pronti a sbranarti al primo errore. Mi piace combattere».
Sorpreso dell’avvento di Antonio Conte alla guida della Nazionale?
«Per nulla, è l’uomo giusto. Non ho il minimo dubbio: è un vincente, ha idee chiare. Sa quello che vuole. È uno che va diritto per la sua strada. Ci porterà lontano».
A proposito di Nazionale: come giudica la scelta di Carlo Tavecchio per la Figc?
«Tavecchio è stato scelto dai presidenti. Ora dovrà dimostrare di essere all’altezza».
Affermazione sanguigna. Di un Gattuso coerente, spietatamente sincero, tutto orgoglio e sempre a fronte alta. Ulisse Gattuso è pronto. Pugni sui fianchi, in piedi sulla nave. Ma Creta non è la meta, non è Itaca. Il viaggio è ancora lungo.