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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

PALTRINIERI NUOTA DA SOLO

Un uomo solo al comando (e col gemello di bronzo). Trenta vasche all’attacco per dimostrare chi comanda in Europa: Gregorio Paltrinieri, un altro piccolo eroe di Carpi che si sta facendo davvero grande. Anzi, Paltrinierissimo: campione bis, ora anche primatista continentale, padrone mondiale dell’anno nei 1500 stile libero in 14’39”93. L’ultimo erede di Salnikov detto «la locomotiva», che qui a Berlino nel 1978 si prese il record europeo per l’ultima volta sopra i 15’. Greg se ne va di gran carriera in stile Hackett per incalzare se stesso, provocare i suoi limiti, più che gli avversari: dietro, Gabriele Detti capisce subito, dopo cento metri, che non è il caso neanche di provare a tenere il suo ritmo infernale e prova a controllare la concorrenza straniera, più che stare a ruota del compagno col quale si massacra quotidianamente a Ostia. Le bracciate di Greg sembrano frustate violente nell’acqua, un incedere che non è un passo spregiudicato, ma la voglia di esplorare quale sarà la prossima fermata, il prossimo muro da infrangere: il record mondiale dista quasi 8 secondi? Ne riparleremo tra un anno ai Mondiali di Kazan, mal che vada ai Giochi di Rio 2016: il cinese Sun Yang sa che stavolta i pericoli arriveranno dall’Italia. Intanto Greg si riprende il primo tempo al mondo compiendo una triplice impresa, in solitario: torna al vertice del ranking mondiale 2014 salutando il canadese Ryan Cochrane che a Glasgow aveva nuotato in 14’44”03 e lo aveva preceduto un anno fa ai Mondiali di Barcellona per l’argento; sale nel ranking di sempre al 5° posto sorpassando un altro mito australiano, Kieren Perkins, e mandando un telegramma in Australia, ai millecinquecentisti radunati per i Panpacifici a Gold Coast: «E ora provate a prendermi».
In Australia ci andrà davvero, in autunno, per un paio di mesi a confrontarsi con il talento di Melbourne, Mack Horton: non vede l’ora di andarci, così come non vedeva l’ora di capire l’effetto di una preparazione dura, durissima, con due alture: «Ho lavorato sei mesi per realizzare questo capolavoro».

Emozioni Un’impresa cronometrica: «A un certo punto volevo rallentare». Spiegherà dopo, Greg, straordinario a metà in 7’47”44. E la crisi? Greg non conosce la stanchezza in quel rullare le braccia che forse agli esteti non piace, ma che ha l’efficacia travolgente di un diciannovenne super-energico capace di aggredire l’acqua con veemenza sbalorditiva. Una gara al limite della perfezione: «E soprattutto mi sono divertito, quando ho visto 14’39” ho esultato come mai perché volevo questo, rompere il muro dei 14’40”: macché negative split, io parto e vado sempre all’attacco, non voglio cambiare ritmo, parto forte e non penso ad altro che andare forte. Ero solo e non capivo ma sapevo di vasca in vasca che stavo facendo qualcosa di importante. Mi sveglierò distrutto per gli 800 (oggi batterie e domani finali, ndr ), ma che bella gara ho fatto: non avevo fatto mai una gara come questa». Greg ha sfogato ogni impeto, perché prima di andare in Australia voleva un segnale eclatante, e lo ha avuto. «Sono contentissimo per l’oro e per il tempo, il massimo: mi ha fatto bene il lavoro a Ostia, tornare a casa ogni tanto per stare con la ragazza, gli amici, la famiglia. E’ da quando ho 16 anni che vivo fuori casa». Perciò cercava il tempone «prima di andare in Australia. Come mi sento? Fresco come una rosa...».

Rivincita Gabriele Detti lo ha battuto ad aprile negli 800, in programma oggi, si era preso la medaglia europea nei 1500 in vasca corta ad Herning lasciandolo perplesso: non era stato un inverno facile per Greg, rincuoratosi in primavera col record italiano: ora la sfida negli 800 sarà un fenomenale derby d’Italia, con Detti primatista europeo che s’aspetta un Paltrinieri ancora più scatenato: «Mi ha fatto faticare, stavolta, ho avuto una crisi a metà e Joensen (argento in 14’50”59, ndr ) mi ha superato ma ho tenuto e ho fatto gara su di lui, volevo salire sul podio con Greg». Perché una finale come questa non si dimentica, resterà impressa nella memoria dei gemelli del Moro (il tecnico Stefano Morini, che è anche zio di Detti). Luca e Lorena Paltrinieri lasciano la tribuna emozionati e increduli per «questa gara sempre all’attacco, ha fatto qualcosa di pazzesco, ma lui cerca sempre di scrutare nuovi orizzonti, anche per questo vuole aprirsi all’Australia. Gli piacciono i confronti». Da Debrecen 2012 a Berlino 2014 è un Paltrinieri senza limiti: il quinto posto olimpico a 17 anni e il bronzo mondiale di Barcellona un anno fa lo hanno proiettato nel futuro. L’oro pescato nel Velodrom è scintillante, inebriante, da lasciare a bocca aperta. Benvenuti nel futuro magno di Gregorio.