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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

OLIMPIADI DELLA LINGUA TEDESCA

Dal tre agosto a sabato scorso si è svolta a Francoforte la Deutsche Internationale Olympiade, riservata ai ragazzi nati dal 1995 al 2000 che parlano meglio il tedesco, divisi per tre fasce di bravura, e per età.
Ha vinto qualche italiano, o è salito almeno sul podio? Nein, perché semplicemente non abbiamo partecipato, come risulta dall’elenco pubblicato dal Goethe Institut, che ogni due anni organizza la gara, mentre erano parecchi i concorrenti dai paesi dell’est e asiatici.
Loro hanno capito l’importanza della lingua di Goethe, noi siamo rimasti alle strisce di Sturmtruppen.
Eppure, i corsi di tedesco in Italia sono esauriti. Chissà perché non ci siamo qualificati, e d’estate è difficile ottenere informazioni.
In trasferta da queste parti, i nostri rappresentanti fanno di solito figuracce. Uno scrittore, venuto a presentare un suo libro, si giustificò: «Non parlo tedesco, perché mi ricorda sempre le SS che occupavano Roma», ma lui all’epoca doveva avere due o tre anni. Bella gaffe innanzi a un pubblico venuto a applaudirlo. Un responsabile del nostro turismo, all’Itb la più grande fiera mondiale del settore, annunciò: «Parlerò in italiano che, del resto, è la lingua più bella al mondo».
Oggi, oltre 14 milioni e 450mila stanno studiando il tedesco nel mondo, sparsi dall’Alaska alla Nuova Zelanda, quasi tredici milioni in regolari scuole pubbliche. I cento concorrenti delle Olimpiadi linguistiche vengono dall’Iran, dall’India, dallo Sri Lanka, o dalla vicina Olanda. Hanno superato le selezioni a casa loro, e sono stati invitati a Francoforte a spese del Goethe. Una vacanza d’estate tra i grattacieli della capitale finanziaria del Continente. Perché studiano tedesco? Perché amano la lingua, e per avere una chance in più domani nel mondo del lavoro. Tutti parlano inglese, e chi domina un’altra lingua parte avvantaggiato, senza dimenticare che la Germania offre chance allettanti per i giovani, più degli Stati Uniti o della Gran Bretagna. Chi vince, non riceve un premio in denaro, e neppure una medaglia, ma ottiene di svolgere uno stage nel paese di Frau Angela.
«Il boom del tedesco è provocato anche dall’immagine della Germania, spiega alla Neue Zürcher Zeitung Volker Hinnenkamp, professore per Interkulturelle Kommunikation, a Fulda, Deutschland significa primato nella tecnica, è una garanzia per affidabilità e prodotti di alta qualità, dalle auto ai detersivi».
La crisi economica spinge i giovani a scegliere una lingua «affidabile», che magari in un secondo tempo si rivela anche affascinante. E si sta registrando un incremento delle iscrizioni per il prossimo autunno, grazie anche al titolo mondiale conquistato dai calciatori in Brasile.
La sedicenne Anahita viene dall’Iran: «La Germania mi faceva venire in mente la cioccolata e i tanti cani a passeggio per le città, dice la ragazza, ma ho cominciato a amare la lingua non per i cani, ma per gli esseri umani che ho conosciuto_i tedeschi sono aperti, e gentili, e la lingua è affascinante e misteriosa come un film giallo».
Io sostengo che sia più facile dell’inglese, ma mi danno ragione solo quanti conoscono bene la lingua di Shakespeare. All’inizio il tedesco appare appunto misterioso, perché Das Mädchen, ragazza come Anahita, è neutro? Dopo, rivela la sua logica, la pronuncia è facile, mentre l’inglese non ha regole, e bisogna dominare la fraseologia che cambia di continuo, di anno in anno di luogo in luogo.
La lingua è anche un volano economico. Il Goethe Institut ha aperto da tempo una sede nel Kazakistan, ricco di materie prime, mentre ha ridotto per motivi finanziari il suo impegno in Italia. Un domani, l’ingegnere kazako che parla tedesco sarà indotto a comprare una macchina utensile Made in Germany. Noi invece stiamo tagliando i fondi ai nostri Istituti di cultura, tanto, come sono convinti alcuni nostri politici, la cultura non dà da mangiare.