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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

PERISCOPIO


Il ministro Maria Elena Boschi ha l’eterea determinazione di una first lady con il polso della Thatcher e il volto da copertina di Lady D. Daniela Ranieri. Il Fatto.

L’intervista di Scalfari a Bergoglio è uno scoop, ma poi si è scoperto che Scalfari aveva attribuito a Bergoglio virgolettati da lui inventati. Scalfari poi ha sbagliato interlocutore: se vuoi risposte, chiedi a Ratzinger, non a Bergoglio. Piergiorgio Oddifreddi. Il Fatto quotidiano.

Ciò che squalifica l’antifascismo regnante in Francia è la volontà assurda e feroce di non voler sapere. Dannato sia chi dice : «Il re è nudo!». Si ammazza il messaggero della cattiva notizia ideologica per non intendere più il suo messaggio. Alain Finkielkraut, filosofo, neoammesso all’Acadèmie de France. Le Figaro.

A fine 2004 il governo abbassa le aliquote fiscali per i redditi più alti: l’Espresso calcola che Berlusconi risparmierà circa 750 mila euro all’anno. Anche con il condono fiscale i vantaggi di Berlusconi sono notevoli. Le sue società televisive pagheranno infatti 35 miliardi di vecchie lire anziché i 197 previsti. Claudio Velardi, L’anno che doveva cambiare l’Italia. Mondadori, 2006.

Federico Fellini e Scorsese sono i miei registi preferiti. Ma chi mi fece pensare a quanto bello fosse questo lavoro di regista è Tornatore con Nuovo Cinema Paradiso. Paolo Sorrentino, regista del film La grande Bellezza alla scuola di cinema «Volontè» di Roma.

Conobbi Gino Bartali al Giro d’Italia del 1989, vinto dal francese Laurent Fignon. Non ricordo più durante quale tappa, io, l’altro inviato del Corriere della Sera, Gianfranco Josti, e l’autista ci fermammo davanti a un ristorante. Stavamo entrando per pranzarvi quando un frastuono della madonna ci costrinse a voltarci indietro: una Golf stava piombando su di noi a tutta velocità. Frenatona finale un attimo prima che ci scansassimo. Dall’utilitaria scese Bartali. Fu contento che lo invitassimo al nostro tavolo. Era un parlatore accanito, capace di risistemare la scena di qualsiasi avvenimento a modo suo, fedele all’antico motto: «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare». Un fiume in piena: salite, volatone, vittorie sul filo di lana. «E ti ricordi di quella volta che...» «E ti ricordi di quel giorno in cui...» Io non potevo ricordarmi un cazzo, perché del ciclismo non me n’era mai fregato nulla. Il grande corridore aveva già 75 anni ma era ancora lucidissimo e dimostrava una fame da adolescente. Bruciò una portata dopo l’altra, come una stufa a pellet. Ordinò anche una bottiglia di Barbera, che si scolò da solo, con l’avvertenza finale di lasciarne due dita sul fondo per ragioni di urbanità. Conclusa la strippata, salutò, s’infilò di nuovo nella sua Golf e schizzò via. Seguiva le tappe del Giro così, da solo, guidando la propria macchinina fino al traguardo. Noi con l’ammiraglia del Corriere, una Fiat Croma, non riuscimmo a tenergli dietro. Sempre andato di fretta, il Ginettaccio. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio

Si fermò davanti al ventre del signor prevosto che stava uscendo da una porticina laterale della chiesa dopo aver chiuso il portone. Il sacerdote aveva fretta. Lo disse subito. Conosceva la Vitali. Attaccavo bottoni infiniti, anche in confessione. Andrea Vitali, La Figlia del Podestà. Garzanti, 2005.

Gli spiriti profondi sono a disagio con il giornalismo, soprattutto quelli che si dedicano a una specialità e soffrono le pene dell’inferno di vedere la loro specialità trattata con disinvoltura. Gli spiriti leggeri o irresponsabili sono pericolosi. Un buon giornalista è un animale vivo, dallo spirito curioso. Françoise Giroud, Leçons particulières. Fayard.

Quando incontro Benigni, glielo dico sempre: il Tuo «Pinocchio» al cinema non è andato tanto bene perché dovevi prendere me, Poli, per fare la fatina dai capelli turchini, non tua moglie. Luca Scarlini, Alfabeto Poli. Einaudi.

La lumaca strisciava sul tavolo di pietra dell’orto. Era un lumacone senza guscio, tozzo e bluastro: sembrava il simbolo della nudità, e dovunque si dirigesse pareva che scappasse sotto il peso di un’oscena maledizione. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori.

Veterani si nasce. Leo Longanesi, Parliamo dell’elefante. Longanesi, 1947.

La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio. Milan Kundera, Il libro del riso e dell’oblio. Bompiani, 1978.

Un giorno il pittore De Kooning, essendo lui olandese, venne presentato alla regina d’Olanda di passaggio a New York, e sua figlia scattò alcune foto. Quando la regina espresse il desiderio di averne una copia, lui la rassicurò: «Gliele mando signora, ma non so il suo indirizzo». Doroty Lichtenstein. il venerdì.

Uragano / il nome di quel vento di montagna / che soffia violento sui campi d’autunno / foglie si seccano e si disperdono / velocemente. Yasuhide Bunya.

Un doganiere chiede a un vecchietto se ha qualcosa da dichiarare. «Niente, signore, ho soltanto questa bottiglia di acqua di Lourdes». Il funzionario, poco convinto, stappa la bottiglia, l’annusa ed esclama: «Altro che acqua di Lourdes: questo è cognac!». E il vecchietto: «Cielo, un miracolo!». Gino Bramieri, Barzellette. Euroclub.

Il marchigiano che ha ceduto al richiamo di Milano o Roma si sente esule a vita, e ti assedia per intere serate a ’ncippe ’nciappe, le donne che, per farcire le olive, lo sgusciavano «a spirale» mentre adesso «gli fanno il taglio cesareo». Luca Goldoni, Viaggio in provincia. Mondadori, 1984.

Mia sorella studiava dalla mattina alla sera. Sempre libri di filosofia. Usciva solo per andare al centro sociale. Mio padre non voleva. «Sono comunisti», diceva. Mia madre la difendeva: «Non fa niente di male, studia, fa teatro». Lui non poteva opporsi ma dentro gli rodeva. Il centro sociale è sempre stata la sua bestia nera. I comunisti. Il demonio. Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista. Mondadori, 2003.

Al posto del cuore ha un tassametro. Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli, 1968.

Firenze è una città incomoda, non di rado sudica, con due stagioni infernali, l’inverno più freddo di Europa e l’estate più calda del bacino del Mediterraneo. Una società storicamente litigiosa, aggressiva, senza pace. Fascista durante il fascismo («la mia fascistissima Firene», diceva Mussolini con orgoglio); rossissima poi. Carlo Coccioli, Tutta la verità. Rusconi, 1995.

Parla molte lingue ignorandole tutte. Roberto Gervaso. Il Messaggero.