Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  agosto 21 Giovedì calendario

ARCHIVIO DELLO STATO, CON QUESTI TAGLI SI CHIUDE

La penuria di risorse che tormenta il sistema culturale italiano è arrivata a un punto di non ritorno. Due istituzioni culturali fondamentali per la memoria storica del nostro Paese denunciano il rischio di arrivare a chiudere i battenti: l’Archivio Centrale dello Stato e la Biblioteca Nazionale.
L’Archivio Centrale dello Stato, il punto di riferimento obbligato per ogni ricerca sull’Italia unitaria, con i suoi 120 chilometri di scaffali e una media di 36 mila pezzi movimentati all’anno, ha un fabbisogno minimo di 800 mila euro all’anno: nel 2013 ha ricevuto 650 mila euro, esattamente la metà dei fondi che aveva avuto nel 2012: “Finora siamo sopravvissuti a questi tagli perché siamo stati pessimisti verso il futuro, abbiamo gestito lasciando dei fondi a disposizione perché temevamo di andare incontro a periodi poco felici, ma a partire dal prossimo anno, se la situazione non cambierà in modo radicale, l’Archivio Centrale dello Stato chiuderà. Già quest’anno non sarà semplice chiudere il bilancio”, denuncia il sovrintendente Agostino Attanasio.
E non se la passa bene nemmeno la Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio, un palazzo con dieci piani di magazzini, dodici sale di lettura e sette milioni di unità bibliografiche. Un patrimonio documentale di inestimabile valore artistico, storico e sociale che l’ha resa un punto di riferimento per studenti, ricercatori, storici, appassionati e turisti. “In ogni Paese civile del mondo la Biblioteca Nazionale è l’emblema della nazione”, osserva il direttore Osvaldo Avallone: “Qui in Italia, rappresentiamo un peso, un vero fastidio. Nessuno si preoccupa di questa istituzione se non a parole”. La Biblioteca Nazionale di Roma ha subito nel corso degli anni costanti tagli al budget, ai quali si sono accompagnate decurtazioni dei servizi e degli orari. Secondo la pianta organica l’istituto dovrebbe poter contare su almeno 108 custodi: oggi ce ne sono appena 37. Anche il personale dell’Archivio Centrale dello Stato negli ultimi anni è diminuito in modo drastico, impedendo quel ricambio generazionale necessario per avere contatti più produttivi con la società circostante, a fronte di un aumento costante dei filoni di ricerca che interessano l’archivio: se prima infatti si andava a fare ricerca storica tout court, oggi si fanno anche studi amministrativi, ricerche per il restauro. È una documentazione di cui tutti noi potremmo un giorno avere bisogno, non solo gli storici.