Il Fatto Quotidiano 21/8/2014, 21 agosto 2014
IL VIRUS CONGOLESE CON MORTALITÀ AL 90%
IL VIRUS dell’Ebola appartiene alla famiglia delle Filoviridae e causa febbri emorragiche, cioè delle lesioni all’interno e all’esterno del corpo che risultano fatali. Il periodo di incubazione varia dagli 8 ai 21 giorni. I primi sintomi sono l’alterazione di temperatura, la debolezza muscolare, vesciche e mal di testa. Con il procedere della malattia, arriva il danneggiamento dei reni, delle funzioni epatiche, del sistema nervoso e la comparsa delle emorragie. Ebola è uno dei virus più letali al mondo, con un tasso di mortalità che oscilla tra il 50 e il 90 per cento.
La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto con il sangue o gli altri liquidi corporei del malato. Il contagio può essere diretto o mediato, ad esempio – ed è molto frequente – attraverso strumenti medici come aghi, garze, flebo. Il paziente non è contagioso finché non la malattia non dà i primi sintomi. Durante quest’ultima epidemia, oltre cento tra medici e infermieri sono stati contagiati. Il virus non si trasmette invece attraverso l’aria.
Ebola prende il nome dall’omonimo fiume nella Repubblica democratica del Congo dove, nel 1976, scoppiò la prima epidemia (che coinvolse anche il Sudan).
I vettori della malattia sono alcune specie le volpi volanti, delle sorta di pipistrelli tropicali che abitano le foreste africane. Il contagio umano normalmente avviene a causa della cacciagione (antilopi, scimmie) infetta.