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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

SVUOTACARCERI, STORIE DAL PAESE DELLO SPACCIO LIBERO

[Intervista a Gianni Ciotti] –

Il governo Renzi, per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, ha trovato una soluzione: quella di non poter arrestare i piccoli “pusher” perché il reato dello spaccio di piccole dimensioni non prevede più il carcere. Una situazione, questa, che preoccupa magistrati e poliziotti che hanno lanciato l’allarme, convinti che con questo meccanismo si vanifichino molte indagini e soprattutto si dia la possibilità a chi esce dal carcere di tornare a delinquere. Le opinioni sul caso sono contrapposte. Ecco due punti di vista differenti, di chi si trova su barricate diverse ogni giorno.

Depenalizzare il traffico di stupefacenti è folle”. Così Gianni Ciotti, segretario del sindacato Sicurezza e diritti della Polizia commenta la notizia data ieri dal Fatto. Per anni, Ciotti è stato operativo su strada nel controllo delle piazze di spaccio romane.

Quali saranno le conseguenze di questa soluzione?

Non si fa altro che parcellizzare il traffico di sostanze stupefacenti. I grandi spacciatori dividendo tra tanti la vendita di droga non rischiano nulla e riescono comunque a rifornire il quartiere.

Ma fermare un ragazzino con un grammo di hashish e uno con dieci di coca, non è diverso?

Beh, se dobbiamo capire solo le ragioni di chi delinque vuol dire che questo Paese non va più avanti, perchè oggi si parla di spaccio, domani di rapina. Per quanto riguarda le droghe, a questo punto – e lo dico in modo provocatorio – vale la pena legalizzarle. Se spacciare in piccole quantità equivale alla non punibilità tanto vale rendere il tutto legale.

Gli agenti dicono che il loro lavoro così sarà inutile.

È vero, perché in questo modo non avrà più senso fare il servizio di prevenzione di cui si occupano ad esempio le volanti che girano per la città. Intere piazze di spaccio resteranno senza controllo. Inoltre non potendo arrestare il piccolo spacciatore come si fa ad arrivare ai vertici dell’organizzazione? Il grande trafficante si affida a decine di piccoli pusher ma se non si ha possibilità di fermarli e fare le indagini, qualcuno mi dica come si fa a scoprire il resto. Manca un anello fondamentale della catena.

Mi può fare un esempio concreto?

Una volta mi sono finto tossico e da infiltrato sono entrato in un appartamento di Tor Bella Monaca. Poco dopo c’è stato il blitz che ha portato all’arresto della famiglia coinvolta nello spaccio. In quel caso non abbiamo trovato grandi quantità, ma è stato il punto di partenza.

Ma allora come si risolve il problema del sovraffollamento delle carceri?

Non bisogna svuotarle. Bisogna rivedere il codice penale e creare misure alternative. Oppure dare vita a un piano di costruzione o ristrutturazione degli istituti carcerari. Questo non è un Paese dove c’è stata un’ondata di criminalità nuova. Negli anni 80, ad esempio, c’erano circa 13 mila borseggi l’anno, nel 2012 sono stati circa 16 mila. I reati non sono in decrescita, è quindi incredibile che ancora non troviamo soluzioni.

V. P.