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 2014  agosto 21 Giovedì calendario

DAI CONTRASTI SUL BUSINESS ALLE TENTAZIONI DELLA POLITICA, COSÌ IL PATRON HA DETTO BASTA

I dissapori tra Leonardo Del Vecchio e Andrea Guerra erano iniziati mesi fa, quando Luxottica – dopo lunghe trattative – aveva deciso di abbandonare il progetto Monnalisa, ovvero il piano di una fusione tra pari con il colosso delle lenti Essilor. Le nozze tra i due giganti avrebbero dato vita a un gruppo integrato di occhiali, negozi e lenti, dove Del Vecchio sarebbe stato il primo azionista con una quota di circa il 30%, ma la gestione sarebbe andata al top manager di Essilor Hubert Sagnierès. E Guerra, che dopo la fusione avrebbe avuto un ruolo di secondo piano, all’epoca aveva convinto Del Vecchio a non procedere alla fusione che era poco favorevole per il gruppo di Agordo, che invece poteva continuare a crescere per acquisizioni come aveva sempre fatto come Ray-Ban, Sunglass Hut, LensCrafters e Oakley. Del Vecchio, su consiglio del suo amministratore delegato, aveva poi proceduto a cedere sul mercato parte delle sue azioni in Luxottica, per dare più liquidità al titolo affidando il placement di un 7-8% del capitale a Goldman Sachs. Ma, nonostante le rassicurazioni di Guerra, il collocamento era stato un mezzo fiasco e Del Vecchio alla fine aveva — per fortuna — venduto solo il 3,8% di Luxottica, al 27 euro, un valore che è inferiore del 30% rispetto ai prezzi attuali.
Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è arrivata a metà febbraio, quando Guerra con oltre tre giorni di ritardo ha smentito ufficialmente le indiscrezioni apparse su tutti i media italiani, che lo davano in uscita dalla Luxottica per assumere un ruolo di primo piano o in un’ex azienda pubblica o in ambito politico vicino al nuovo governo che Matteo Renzi stava mettendo a punto. Il primo ad essere informato dai giornali, invece che dall’amministratore delegato della sua azienda era stato Del Vecchio, che aveva avuto una lunga discussione con Guerra sulla questione, che a giudizio del cavaliere era un atteggiamento irresponsabile sia nei confronti degli azionisti di Luxottica sia nei confronti dei suoi 73.400 dipendenti. E così nel consiglio di amministrazione di Luxottica svoltosi lo scorso 27 febbraio, Guerra aveva chiesto ufficialmente scusa al cda per non aver tempestivamente smentito le voci su una sua uscita, che potevano aver arrecato un danno indiretto all’azienda. In quell’occasione il manager aveva dichiarato pubblicamente «perché dovrei andarmene Luxottica è l’azienda più bella del mondo, sono felice di essere qui». Ma in realtà a quel punto la frattura tra proprietà e management si era già consumata, tra le altre cose in quei giorni Andrea Dorigo, capo dell’attività wholesale di Luxottica negli Usa dopo ripetute divergenze di vedute con Guerra aveva rassegnato le sue dimissioni per andare a lavorare in Brooks Brothers, il gruppo del lusso Usa che fa capo al primogenito di Leonardo, Claudio Del Vecchio, creando nuove tensioni anche in famiglia. Non è un caso infatti, che Guerra abbia liquidato tutte le sue stock option lo scorso maggio, e che parte di quelle opzioni sia stato ricomprato proprio da Del Vecchio. Operazione che ha fatto il manager più ricco di 35 milioni di euro. A cui potrebbero aggiungersi almeno 15 milioni tra stipendio e liquidazione. Anche per questo, Del Vecchio si aspetta ora che il manager faccia un passo indietro di suo e dia le dimissioni. Ma non è detto che questo avvenga prima della scadenza del mandato che coincide con l’approvazione del bilancio 2014 attesa per le prossima primavera: come in tutti i divorzi, alla fine di un lungo rapporto si finisce per litigare sempre sui soldi.