Massimo Nava, Corriere della Sera 21/8/2014, 21 agosto 2014
FRANÇOIS HOLLANDE ABBASSA LE TASSE E SPERA NELLA CRESCITA DELL’ECONOMIA
In vista di un autunno che si prevede drammatico, il presidente francese François Hollande annuncia una riduzione delle tasse per i ceti più deboli: una misura che consentirà a circa 4 milioni di contribuenti di entrare nella categoria, già ampia, degli «esentasse». Lo sconto sarà di 350 euro per i single con 14 mila euro di reddito e di 700 per le famiglie al di sotto dei 28 mila.
È il primo provvedimento del Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Disoccupazione in aumento, crescita debole, commercio estero in profondo rosso, spesa pubblica eccessiva, debito al 90 per cento del Prodotto interno lordo: sono i dati che mettono la Francia fra i grandi malati d’Europa — un malato che dilaziona nel tempo la medicina delle riforme strutturali e che rischia di diventare «politicamente» incurabile. Ai dati economici si sommano infatti dati sociopolitici: crescita dell’estrema destra, sfiducia, estremismo corporativo e sindacale. Hollande, al minimo nei sondaggi, si muove lentamente fra resistenze di categorie e fronde nel proprio elettorato. Quindi si aggrappa a un piccolo regalo fiscale, nella speranza di aumentare il potere d’acquisto dei ceti popolari e stimolare la crescita. Ma una probabile riduzione delle entrate non accompagnata da riforme comporterà un inevitabile aumento del fabbisogno delle finanze pubbliche. Un circolo vizioso che mette stabilmente la Francia sotto esame a Bruxelles.
In un’intervista a tutto campo a Le Monde , il presidente francese promette un’azione riformatrice più incisiva e più veloce e richiama all’ordine e all’unità la sua maggioranza. Al tempo stesso, mette l’attenzione sulle cause che bloccano la ripresa del Paese: la pesante situazione finanziaria ereditata da Sarkozy, i focolai di guerra alle porte dell’Europa e i vincoli della politica di austerità che frenano la crescita. Hollande vuole agire di concerto con il premier italiano Matteo Renzi e spera di convincere la cancelliera tedesca Angela Merkel. Prima che sia troppo tardi. Prima che le cause della malattia francese diventino alibi. Intanto, l’obiettivo di riportare il deficit al 3 per cento del Pil si allontana. Non è colpa della Francia se non fa i compiti a casa, sembra dire Hollande. Ma delle «circostanze eccezionali» che a Bruxelles e a Berlino si devono finalmente considerare.