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 2014  agosto 11 Lunedì calendario

IN ITALIA PROCESSI-FIUME CHE DURANO 1200 GIORNI

La globalizzazione significa che si è sottoposti a comparazioni impietose. L’Ocse, ad esempio, in collaborazione con il ministero dell’Economia e la Banca d’Italia, un anno fa ha presentato un Rapporto sulla giustizia civile che, quanto alla realtà italiana, è da brividi. Se ci si interroga infatti sul perché sia tanto basso l’indice degli investimenti stranieri nel nostro Paese, tra i tanti punti deboli, spiccano le incredibili lungaggini e gli alti costi della giustizia civile. Tanto è vero che l’Osce esordisce con una considerazione di semplice buon senso: «Sistemi giudiziari efficienti sono un fattore importante di crescita economica».
E’ dura da mandar giù, infatti, eppure le statistiche registrate dall’Ocse, o anche da “Doingbusiness” che è una sorta di bibbia degli affari internazionali, dicono che da noi occorrono 1200 giorni per avere una sentenza definitiva quando in Austria ne bastano 397, in Belgio 505, in Danimarca 410. Anche con i grandi Paesi comparabili con il nostro perdiamo il confronto: in Francia per ottenere una sentenza civile definitiva si impiegano 950 giorni; in Germania si oscilla tra i 394 e i 407 giorni (a seconda degli istituti di ricerca).
Questa asimmetria nell’efficienza della giustizia spiega molte ritrosie delle multinazionali ad investire in Italia. Vedono a rischio il credito. Oppure poco tutelati i brevetti. O ancora in pericolo i segreti industriali. Per non dire della legislazione sul lavoro.
L’Ocse perciò così notava: «I confronti internazionali, pur con le cautele dovute a differenze nei sistemi legali e nell’organizzazione delle statistiche giudiziarie nei diversi paesi, evidenziano un’ampia variabilità nella durata dei procedimenti. Nel 2010, la durata media stimata di un procedimento civile in primo grado era di circa 240 giorni nei paesi dell’OCSE, 107 in Giappone (il paese con la durata minore), circa 420 in Portogallo e Slovenia, 564 in Italia (il paese con la durata maggiore). Il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento in tre gradi di giudizio era di 788 giorni, con un minimo di 368 in Svizzera e un massimo di quasi 8 anni in Italia».
E’ evidente, quindi, che non c’è partita tra Italia e Svizzera, su queste basi. Il principale deficit italiano (ma per fortuna le cose stanno cambiando: a giugno è partito il Processo civile telematico che passa quasi tutto on-line) è innanzitutto il ritardo tecnologico. Scrivevano gli esperti dell’Ocse: «La durata media dei procedimenti è più bassa e la produttività dei giudici è più elevata nei Paesi che destinano una quota maggiore del bilancio della giustizia all’informatizzazione. La relazione tra investimenti in informatizzazione e produttività è più forte laddove il livello di competenze informatiche nella popolazione è più elevato e quindi è maggiore la capacità di trarre vantaggio dai nuovi strumenti tecnologici».
Concludevano: «La specializzazione per materia consente ai giudici di acquisire una conoscenza specifica di una determinata area del diritto e delle questioni connesse. In tal modo essa accresce la produttività dei giudici e il grado di uniformità delle decisioni».
fra. gri., La Stampa 11/8/2014