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 2014  agosto 11 Lunedì calendario

MEDICI CON OBBLIGO DI POLIZZA RC MA SUL MERCATO È GIÀ FAR WEST

Conto salato dal medico. Un ortopedico, per esempio, che deve pagarsi fino a 10 mila euro l’anno di polizza assicurativa contro eventuali errori professionali, infatti, non potrà fare a meno di aumentare la sua parcella. E lo stesso discorso varrà se si avrà bisogno di uno psicologo e perfino di un veterinario, anche se qui i costi delle polizze sono di molto inferiori. Dal 15 agosto, dopo diverse proroghe, tutti i liberi professionisti dell’area medico-sanitaria devono essere coperti per quanto riguarda la responsabilità civile.
Dovrebbe essere già in vigore un regolamento ministeriale (attuativo della legge Balduzzi n. 158/2012) in grado di prevedere per il mercato assicurativo paletti precisi per quanto riguarda massimali e premi e dare certezze ai liberi professionisti. Ma così non è. Medici e sanitari dovranno, quindi, fare i conti con una situazione da Far west. Dal un lato, infatti, come segnala l’Ania, le compagnie già non fanno a pugni per coprire questo segmento e, dall’altro, le assicurazioni disponibili applicano premi che in certi casi faranno rischiare la chiusura di molti studi medici (si veda tabella in pagina). Al momento quelli più esposti a questo rischio sembrano essere i 160 mila medici che a vario titolo svolgono anche la libera professione. Non è un caso che da tutte le categorie sia già arrivata la richiesta (inascoltata) di proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo.
Il regolamento. Per questo provvedimento, secondo quanto annunciato dal ministero della salute (si veda ItaliaOggi del 7/8/2014) ci sarà da aspettare ancora qualche mese (tra la pausa estiva e il passaggio tra i vari organi di controllo). Il tavolo istituito alla Salute dopo il varo della legge Balduzzi, partecipato da rappresentanti dei professionisti, delle compagnie di assicurazione e delle regioni, infatti, non è riuscito nell’intento di approvare un testo che potesse essere utilizzato dai professionisti e quindi dalle federazioni delle categorie interessate, per siglare polizze vantaggiose. Il motivo? Una serie di questioni da sciogliere. La prima: il dpr era tenuto a specificare se estendere l’obbligo a tutti i professionisti della sanità a prescindere dal loro status giuridico oppure, come è stato stabilito alla fine, di prevederlo solo per i liberi professionisti. La seconda: il tema della copertura retroattiva e postuma delle polizze. Al tavolo tecnico sembra, infatti, abbia prevalso la linea delle rappresentanze ordinistiche che avevano chiesto una copertura pregressa e una postuma decennale, rispetto invece alla posizione delle compagnie rappresentate dall’Ania che dall’inizio hanno sempre cercato di frenare su questo punto, proponendo polizze a retroattività zero. La terza: il Fondo rischi sanitari pensato per le coperture assicurative per chi opera nelle cosiddette aree a rischio, non tanto per il numero di incidenti quanto per l’onerosità dei risarcimenti per singolo sinistro (ginecologia, chirurgia, ortopedia e anestesia), più di altre sottoposte a premi elevatissimi da parte delle compagnie assicurative. La Balduzzi aveva previsto che questo fondo fosse finanziato «in parte dai professionisti che ne facciano espressa richiesta», e in parte dalle imprese di assicurazione che esercitano il ramo della responsabilità civile sanitaria nella misura massima del 4% della raccolta premi della Rc sanità dell’anno precedente. E qui le prime difficoltà. Non solo per ora. Calcoli alla mano, l’entità del fondo non potrà superare uno stanziamento pari a 20 milioni di euro, assolutamente inadeguato a garantire la copertura assicurativa a quei medici che non la trovano sul mercato, ma oltretutto è la sua operatività concreta a essere messa in discussione. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, la Consap, che come stabilisce la Balduzzi, è chiamata alla gestione e all’amministrazione del Fondo sotto la vigilanza del ministero dello sviluppo economico e della salute, non sarebbe pronta per la sua operatività concreta prima di ulteriori nove mesi.
I costi. La protezione assicurativa di un medico di famiglia potrà costare da un minimo di 400 euro a un massimo 1.500 euro l’anno per 2.500.000 di massimali. Mentre per raggiungere lo stesso risultato un ginecologo ne spenderà circa 10 mila euro con un massimale di «soli» 500 mila euro. Tariffa simile per un chirurgo generale o un ortopedico sia che abbia appena concluso la specializzazione sia che abbia vent’anni di esperienza alle spalle.
Ignazio Marino e Benedetta Pacelli, ItaliaOggi 11/8/2014