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 2014  agosto 10 Domenica calendario

IL RE CINESE DEI COMPUTER: «RIUSCIRÒ A BATTERE APPLE»

Prima si è preso un pezzo di Ibm, poi ha sborsato quasi 3 miliardi per Motorola. E non è finita. Yang Yuanqing a cinquant’anni guida il più grande produttore mondiale di pc, Lenovo. Ora, spiega l’amministratore delegato del colosso cinese, il nostro obiettivo è sfidare Apple e Samsung sul loro terreno: quello degli smartphone e dei tablet, senza mollare la presa nel campo dei computer.
«Il mercato dei pc vale 200 miliardi, ha passato momenti difficili, è vero, ma è in ripresa e credo che il futuro sarà luminoso. È un segmento che continuerà a rafforzarsi, e noi siamo stati abili a crescere, a prescindere dalle condizioni del settore», spiega, mentre è in Italia per una serie di incontri a Milano. Mister Yang è un cinese innamorato dell’Occidente: ha una casa negli Stati Uniti, trascorre parecchio tempo in Europa, si è scelto come numero due un torinese, Gianfranco Lanci, 59 anni, «l’uomo di cui mi fido di più».
Quando Yuanqing è entrato in azienda, nel 1989, guadagnava un dollaro al giorno: adesso, stima la rivista “Businessweek,” il suo stipendio sfiora i 15 milioni l’anno. «Ho iniziato come stagista - racconta-. Ho studiato informatica e ho sempre avuto ben chiaro che il futuro, non solo il mio, sarebbe passato dalla tecnologia». Yang parla un inglese perfetto, e lo stesso impone ai suoi 46.000 dipendenti, distribuiti in 60 Paesi: chi non si adegua è fuori. Con chi resta, invece, i rapporti sono strettissimi. «Negli ultimi due anni ho distribuito i miei bonus tra i lavoratori», spiega. «E’ stato naturale, fa parte della mia cultura: se voglio ispirare il mio team, dimostrare il mio impegno, allora le parole non bastano. Servono fatti concreti. Inoltre investire nelle persone, per il mio modo di pensare, è la cosa migliore».
Yang, che è anche professore onorario presso la University of Science and Technology of China e membro dell’International Advisory Committee della Borsa di New York, sorride quando prova a spiegare come si fa a trasformare un’azienda locale in un colosso da 38,7 miliardi di dollari di fatturato all’anno. «Per anni, in Cina, siamo stati uno dei brand più riconoscibili. Ora lo stesso vale per i mercati mondiali: abbiamo preso la tecnologia migliore, l’abbiamo trasferita negli oggetti del quotidiano. Sono convinto che altra aziende cinesi riusciranno a seguire il nostro esempio». L’orgoglio più grande? «Aver dimostrato che la Cina non è la fabbrica del mondo, ma un motore dell’innovazione». E infatti Yang ha aperto 46 laboratori dedicati alla ricerca: da Pechino a Shenzhen, fino ad arrivare negli States a Morrisville, in North Carolina.
Per crescere in Europa e negli Usa la strada è inglobare altre realtà. Motorola, per esempio: un a vecchia gloria che sembrava in declino, di cui Google si è sbarazzata volentieri. «Per noi si tratta di una acquisizione importante, che ci apre istantaneamente le porte dei mercati più maturi: è un marchio noto, che garantisce una base solida per la crescita globale, dalla logistica alla distribuzione. Un matrimonio perfetto».
Nel mirino ci sono Apple e Samsung. «Abbiamo dimostrato di poter vincere nei Pc e di saperci espandere anche in altri ambiti di device, pur mantenendo e migliorando la nostra redditività. Oggi siamo il numero tre nei cosiddetti “smart connected device”, e uno sfidante credibile. Abbiamo raggiunto un equilibrio potente: un core business che ci sostiene, quello dei personal computer, e nuovi motori di crescita nei dispositivi mobile e nel settore enterprise».
L’obiettivo dichiarato per quest’anno è raggiungere 100 milioni di apparecchi mobili venduti, anche se il ceo di Lenovo non crede all’estinzione dei computer. «La cannibalizzazione, da parte di cellulari e tavolette, è stata limitata. Solo, i tablet, più semplici da usare, hanno sostituito i notebook». Yang è convinto che ci sia spazio per migliorare anche in Europa: «Lo scorso anno il fatturato è aumentato del 39 per cento a 2,6 miliardi di dollari, e attualmente il continente vale il 27 per cento del fatturato complessivo di Lenovo. Possiamo migliorare». Secondo l’imprenditore c’è vita anche al di fuori del derby pc-smartphone. «I device che cambieranno il futuro dei personal computer sono quelli che danno la possibilità di essere ripiegati, ruotati e separati. Insomma, in grado di adattarsi a molteplici tipi di utilizzo».
Giuseppe Bottero, La Stampa 10/8/2014