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 2014  agosto 11 Lunedì calendario

LAZIO, 44 CONSIGLIERI AVRANNO DIRITTO AL VITALIZIO A 50 ANNI


IL CASO
ROMA C’è una bomba a orologeria che sta per esplodere nei conti del consiglio regionale del Lazio. Si chiama vitalizi. E già oggi vale un salasso di 20 milioni di euro all’anno nella Regione che in Italia è stata tra le più generose e sprecone nel fissare i criteri per calcolare la maxi pensione di presidenti, assessori e consiglieri.
270 GIÀ MATURATI
Ma non era stato abolito il vitalizio? Sì e infatti i consiglieri in carica non lo riceveranno. Per il passato però la torta è ancora intatta. E poiché il Lazio, unica fra le 20 Regioni italiane, ha fissato un’età minima quasi da teen ager per incassare il vitalizio - 50 anni - mano a mano che gli ex consiglieri compiranno gli anni, ecco che andranno a ingrossare la somma che ogni mese il Lazio deve versare per i vitalizi. Oggi sono 270, anno dopo anno diventeranno molti di più, visto che sono in 44 quelli in attesa di festeggiare il cinquantesimo compleanno.
Per dire: nell’anno in corso sono scattati o stanno per scattare quattro nuovi diritti al vitalizio. Nel dettaglio: Marco Di Stefano, Pd, che per ora però non incassa perché è anche deputato (ma quando finirà la sua esperienza in Parlamento potrà ricevere il bonifico mensile a cui, tra dieci anni, si aggiungerà la pensione da parlamentare) e Giulio Gargano (sospeso però per una condanna della Corte dei conti); il 21 agosto toccherà a Roberto Buonasorte (La Destra) e una settimana dopo a Nicola Illuzzi, che fu eletto nella scorsa legislatura con la Lista Polverini. Buonasorte e Illuzzi sono chiamati a versare circa 70 mila euro per fare scattare il vitalizio, visto che la scorsa legislatura non è durata cinque anni. Ma comunque calcolando circa 3 mila euro al mese garantiti per sempre (e con il diritto anche alla reversibilità per i familiari) l’integrazione a proprio carico è uno degli investimenti che rientrano nella categoria «ti piace vincere facile».
LA STANGATA
Ma non finisce qui: nel 2015 altra stangata per il Lazio, ecco altri quattro che potranno battere cassa perché festeggeranno il cinquantesimo compleanno. C’è l’ex consigliere dell’Idv Annamaria Tedeschi (anche lei però dovrà prima versare la parte mancante dei contributi), Mariella Zezza (ex assessore con la Polverini), Monica Ciccolini (giornalista, consigliere regionale del centro destra dal ’95 al 2000) e Clemente Ruggiero (fu eletto nel 2000 nell’Udeur). Ma il caso della Zezza - giornalista Rai, nominata assessore esterno nella scorsa legislatura - merita una parentesi sulla grande generosità che la Regione ha sempre avuto nei confronti della classe politica. Per due motivi: grazie a una legge approvata in passato l’entità del vitalizio non viene calcolata sull’indennità che un consigliere regionale riceveva, ma anche sulla diaria, che di fatto è una sorta di rimborso per le spese di alloggio, pasti, spostamenti. Cosa ci azzecchino i rimborsi spese con il diritto ad un’equa pensione è un mistero. Ma nel modo dorato dei vitalizi tutto può accadere.
GLI ASSESSORI ESTERNI
Secondo segnale di propensione agli sprechi: nella scorsa legislatura, quando c’erano quindici assessori esterni che non avrebbero avuto diritto al vitalizio, cosa si decise di fare? Sì, avete indovinato: legge ad hoc per assicurare la pensione da cinquantenne anche agli assessori esterni, mai votati da nessuno. Alcuni di loro sono già andati all’incasso, ad esempio Gabriella Sentinelli e Stefano Cetica, ex assessore al Bilancio. Se vorrà, anche la Zezza potrà festeggiare il cinquantesimo compleanno con un regalo mensile di 3.000 euro forever (pagato dai cittadini del Lazio, sia chiaro, perché comunque i versamenti coprono una striminzita fetta del montempremi).
Ma torniamo alla carica di chi è in lista di attesa e che rischia di pesare ancora di più sulle non floride casse del consiglio regionale del Lazio: nel 2016 ci saranno altri cinque baby pensionati. Enzo Foschi (già capo segreteria del sindaco Marino), Sandro De Gasperis, Luca Malcotti (riecco un altro ex assessore esterno beneficiario della leggina, anche se lui ha dichiarato che intende rinunciare al vitalizio), Nicola Palombi (Pdl) e Adriano Roma. E qui arriviamo a un altro personaggio chiave nella storia dei vitalizi: Adriano Roma fu consigliere regionale per uno scorcio di legislatura, perché subentrò a Franco Fiorito, dopo lo scandalo e l’inchiesta sui soldi dei gruppi consigliari. E’ rimasto alla Pisana per pochi mesi, forse nel suo caso la necessità di versare praticamente tutta la torta dei contributi lo farà desistere.
CONFLITTO D’INTERESSI
A seguire, nel 2017, altri sei neo cinquantenni che prenderanno (se vorranno) il vitalizio. C’è Francesco Battistoni, ad esempio, Forza Italia, il grande nemico di Fiorito nello scontro velenoso sullo scandalo dei soldi del gruppo del Pdl; e c’è Pietro Sbardella, consigliere regionale in carica nel Gruppo Misto, che dovrà attendere la fine della legislatura in corso per incassare. Ma qui si apre un altro fronte: quello del conflitto di interessi si alcuni consiglieri. Nel Lazio ci sono in ballo alcune proposte di legge per innalzare quanto meno a 65 anni l’età minima dei vitalizi per i consiglieri che ancora non l’hanno maturato (si parla sempre del passato, quelli in carica non lo avranno). Bene, per Sbardella - ma lo stesso può valere per Cangemi, che compirà 50 anni nel 2020 - votare la legge anti vitalizi rappresenterebbe un danno economico non indifferente.
Comunque sia, se non si cambieranno le norme e tenendo conto di chi potrebbe rinunciarvi, la bomba a orologiera dei «vitalizi in arrivo» vale 44 ex. Ipotizzando una media bassa di 50 mila euro annuali a testa, significa un aggravio per le casse regionali di circa 2.000.000 di euro. A cui va aggiunto il folto plotone - 19 - di coloro che hanno già maturato il vitalizio ma attualmente non lo percepiscono perché sono in ancora in consiglio regionale, in Senato, alla Camera o al Parlamento Europeo.