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 2014  agosto 11 Lunedì calendario

I CENTRI PER L’INSEMINAZIONE: NOI INIZIAMO GLI INTERVENTI

I MEDICI
ROMA «Il ministro Lorenzin ci mandi una circolare scritta. Senza un testo che vieta esplicitamente l’eterologa non possiamo andare avanti. A settembre inizieremo». Non ha dubbi il presidente della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione Andrea Borini. Risponde Assuntina Morresi braccio destro del ministro della Salute in tema di fecondazione: «I centri non possono iniziare con l’eterologa finché il Parlamento non approverà una legge».
I CONTROLLI
E, così, a due giorni dalla decisione del governo di dare uno stop all’eterologa gli “addetti ai lavori” hanno annunciato di andare avanti lo stesso. Seguiranno, dicono, le linee guida già contenute nella legge sulla fecondazione (la 40) e quelle che regola le donazioni di organi. Se i centri per la procreazione assistita, è il monito del ministero, andranno avanti nonostante il divieto, dovranno prepararsi ad «inevitabili» controlli. Dei carabinieri dei Nas.
«Ricordo - aggiunge Borini - che l’eterologa si faceva anche venti anni fa. Se la situazione rimane questa direi che non c’è nulla che impedisca di partire». Tempo una ventina di giorni, dunque, e i laboratori potrebbero dare il via libera agli interventi. A pagamento in quelli totalmente privati e, con ogni probabilità solo con il versamento di un ticket, nelle Regioni che hanno scelto di non fermarsi. L’eterologa, secondo il decreto sarebbe dovuta entrare nei Lea, Livelli di assistenza, per garantire uguaglianza da Nord a Sud. E, quindi, essere a carico del servizio sanitario nazionale. Ma, dal momento in cui il decreto è fermo anche i fondi reperiti ora non sono a disposizione. Per il 2014 si era ipotizzata una spesa di 10.203.541 euro. Al Registro dei donatori sarebbe andato uno stanziamento di 600.770.000 euro e di 150.060.00 euro a decorrere dal 2015. Possono essere, quindi, le Regioni a decidere se “passare” gratuitamente la fecondazione con donatore oppure no.
Novemila le coppie che da giugno si sono messe in lista nei 348 centri pubblici e privati autorizzati. Una massa pressante che vorrebbe evitare di andare all’estero come, negli ultimi anni, hanno fatto oltre ventimila coppie italiane. Sobbarcandosi spese importanti: dai ventimila dollari negli Stati Uniti (il donatore viene pagato con una cifra che oscilla tra i 3500 e i 4000 dollari), ai 2000 dell’Europa dell’Est ai 6000-9000 di Grecia e Spagna dove a chi dona arrivano poco meno di mille euro.
IL CAREGGI
La Toscana prosegue nell’organizzazione del lavoro. Il policlinico fiorentino di Careggi ha già attivato un numero telefonico dedicato per prendere prenotazioni. Il programma prevede che otto coppie ogni settimana vengano ricevute dagli esperti per la consulenza, per compiere accertamenti e «decidere il percorso da seguire a seconda della situazione sanitaria, nell’ottica della delibera regionale», dice Maria Elisabetta Coccia del dipartimento di Ostetrica del Careggi riferendosi alla decisione della Toscana. .
La polemica scatenata dopo lo stop ha scatenato una pericolosa confusione sulle regole che governano l’eterologa: dalla possibilità per i privati di acquistare gameti fino alla scelta del sesso del nascituro. Confusione pericolosa tanto che il Centro nazionale trapianti ieri ha precisato che «la legge non permette a singoli o coppie di acquisire direttamente gameti attraverso un ipotetico mercato internazionale».