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 2014  agosto 10 Domenica calendario

LA BIOLOGA CHE SBAGLIÒ PROVETTA

«RISPETTATE TUTTE LE PROCEDURE» –

ROMA «Lo scambio di embrioni? Ho sempre rispettato alla lettera le procedure. Ho la coscienza a posto». Respinge pure i sospetti la biologa dell’ospedale Pertini di Roma che, secondo la ricostruzione dei Nas, avrebbe involontariamente creato il caso genetico dell’anno invertendo in laboratorio i cognomi di due mamme. La dottoressa, l’unica in servizio quel giorno di dicembre nell’unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità, punta a difendere la sua vita e la sua carriera. E a pochi giorni dalla nascita di due gemellini contesi tra genitori genetici e biologici, alza la voce: «Non disturbate». Ha un nuovo lavoro ora la biologa. Dopo il caos scoppiato per lo scambio delle provette aveva ricevuto la lettera di sospensione dal servizio. All’ospedale pubblico Sandro Pertini, nonostante il curriculum e la responsabilità, aveva un contratto da Co.co.pro. Adesso si è trasferita nei laboratori di una nota clinica romana.
LA TELEFONATA
«Stop», avverte la dottoressa raggiunta telefonicamente: «Non voglio sentire più menzogne su questa vicenda». Ma mentre l’inchiesta giudiziaria si avvia verso l’archiviazione (per un vuoto legislativo), a breve per la dottoressa potrebbe scattare la segnalazione all’albo dei biologi. D’altra parte la biologa non ha mai cambiato la sua posizione. «Non ho sbagliato. Impossibile», aveva già ripetuto ai vertici aziendali del Pertini e agli investigatori dei Nas che l’avevano ascoltata per informare la Procura. «Non so come sia potuto accadere. Di sicuro non mi sento responsabile». Fatto sta che col risultato del suo lavoro (è lei che ha alimentato la formazione in vitro) il 3 agosto sono nati due bambini, due gemellini, frutto di embrioni purtroppo finiti nel grembo sbagliato. Era stata la somiglianza di due cognomi a creare la svista, secondo l’informativa dei Nas, tanto che la madre genetica dei piccoli al momento della inseminazione aveva segnalato la strana anomalia al ginecologo. Ma il medico, dopo le rassicurazioni (ricevute probabilmente dalla stessa biologa), aveva proceduto all’impianto.
L’ALTRO ERRORE
Due giorni prima, come emerge dagli atti, era toccato a un’altra mamma sentirsi chiamare in sala operatoria per poi essere rispedita in corridoio. «Scusi signora, dovevamo chiamare un’altra paziente. Non era ancora il suo turno. Mica vorrà che sbagliamo», ci avevano scherzato su in ospedale. E’ il caso della trentacinquenne, al terzo tentativo di impianto, che, tramite il suo legale, l’avvocato Pietro Nicotera, ha presentato denuncia in procura portando all’apertura del fascicolo giudiziario sul caso. La donna, infatti, appena scoppiato lo scandalo, ha temuto che gli embrioni finiti nella pancia sbagliata potessero essere i suoi, visto l’errore nella chiamata durante il transfer del 4 dicembre. In realtà, è stato poi accertato che la svista che ha portato alla nascita dei gemellini col bagaglio genetico di altri genitori si era verificato due giorni dopo, tra altre due aspiranti mamme. «Presumibilmente lo scambio è avvenuto nel passaggio delle piastre, invertendo i nomi. Infatti la foto evince che alla signora X è stata assegnata la capsula contenente gli embrioni dei signori Y», avevano scritto i carabinieri dei Nas nell’informativa finita sul tavolo del magistrato titolare del fascicolo, il pm Claudia Alberti. La conclusione: il lavoro della biologa «denota negligenza e imperizia atteso che per evitare lo scambio degli embrioni era sufficiente verificare quanto riportato in cartella clinica. Ciò anche in ragione dei dubbi avanzati dalla signora Y data la presenza di un cognome simile al suo».
Intanto il centro di fertilità del Pertini a breve dovrebbe riaprire i battenti con sistemi d’avanguardia e protocolli più rigidi. Dopo il caos dello scambio erano stati sospesi nuovi ingressi e per terminare le ultime fecondazioni in vitro in programma accanto al cognome della mamma scritto in corsivo col pennarello era stato attaccato un bollino colorato. Costo del ticket, duemila euro a impianto.