Maria Laura Rodotà, Corriere della Sera 11/8/2014, 11 agosto 2014
SE IN RETE IL METEO È PIÙ CLICCATO DEL SESSO
Una battuta che si preferirebbe non sentire, ma davvero, in questi giorni, è quella declinata in mille modi per commentare la notizia del meteo che ha battuto il porno. Online, ma neanche tanto. In Italia, in quest’estate che — neanche ovunque — è arrivata solo ora. Lo si è appreso da Alexa.com , il servizio conta-clic di Amazon. Il principale sito di previsioni del tempo è al 22esimo posto tra le ricerche nostrane. Per trovare un sito porno, bisogna arrivare al 29esimo. Al netto delle chiose volgari, i piazzamenti hanno scatenato ondate di sociologismo poveraccio (quello di noi pennivendoli, e di cittadini altrimenti svegli che ci danno retta): sul meteo che non ci azzecca e sugli italiani depressi che non fanno più sesso; neanche quando non possono andare in spiaggia perché piove. Plausibile, per carità. C’è un’altra interpretazione, volendo. Benaltrista, ma neanche tanto. Ha a che fare col mostruoso ritardo italiano nella diffusione della banda larga. Siamo in bassissima classifica, peggio di un sito fetish d’agosto, il che ci costa 1 punto-1 punto e mezzo di Pil. Siamo malissimo collegati appena mettiamo piede fuori dai nostri uffici e dalle nostre case dal Wi Fi opinabile ma esistente. Quando siamo in ferie per pochi giorni (quasi tutti, quest’anno) ci ritroviamo con Wi Fi raro e due tacche del 3G; e le sfruttiamo per controllare il meteo. Non per cercare un video sexy, da soli/e o per movimentare le cose con la persona cara. Nella media località di villeggiatura italica è difficile caricare anche un segmento di due minuti da YouPorn. Tale carenza non preoccupa la nostra classe politica modello Tutti dicono I Love You (si baciano tanto). Non pare curarsi dell’agenda digitale, o forse ha perso l’agenda, chissà dove l’ha lasciata, va sempre di furia (toscanismo).