Tommaso Pincio, Corriere della Sera - La Lettura 10/8/2014, 10 agosto 2014
DUCHAMP E GLI SCACCHI UN DIVORZIO D’INTERESSE
Sul finire degli anni 20 del secolo scorso, Marcel Duchamp (1887-1968) abbandonò, o finse di abbandonare, le scene dell’arte per votarsi ai piaceri cartesiani della scacchiera. A stupire gli amici fu però la sua decisione di unirsi a una donna nel sacro vincolo del matrimonio. Ormai quarantenne, l’artista si accasò con una giovane che lui stesso giudicava non particolarmente bella né affascinante. La ragazza, grassa come le donne di Rubens, era tuttavia figlia di un facoltoso costruttore di automobili, per cui tanto valeva sposarla. Seguì un ménage così articolato: lei costretta in un religioso silenzio, mentre lui se ne stava chino per ore sulla scacchiera soppesando le conseguenze di una mossa. Un mattino Duchamp tentò di avanzare un pedone. Non ci riuscì però. Perché la sposa si era alzata nella notte e aveva incollato i pezzi alla scacchiera. Di lì a tre mesi i due divorziarono.