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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

RAI CONGELA IL PAPA PER FICTION

[Intervista a Claudia Mori] –
Forse non sono abbastanza diplomatica”. Claudia Mori è alle prese con il casting per la fiction su Papa Francesco da lei prodotta. Ha acquistato i diretti del libro di Nello Scavo, La lista di Bergoglio, che racconta i salvataggi di preti e laici messi in atto dall’attuale pontefice negli anni dei desaparecidos. “Un grande attore inglese, di cui preferisco non fare il nome, sta leggendo il trattamento di Umberto Contarello, sceneggiatore tra l’altro de La grande bellezza. La regista sarà Liliana Cavani. Sono in contatto con una produzione straniera perché vorrei che l’opera divenisse sia un film che una fiction”. Rai Fiction, però, è molto titubante. “Sto rischiando molto, se la Rai non si convincerà che produrre una fiction su Papa Francesco è quasi doveroso. Cavani e Contarello dovrebbero essere sufficientemente una garanzia di serietà e professionalità per fugare ogni dubbio”.
La Rai non è tenuta ad accettare ogni sua fiction.
Certo. Non l’ho mai pensato né preteso. Io mi considero partner della Rai e non una “nemica”. Noto solo che, negli ultimi anni, si è spesso verificata una situazione strana: prima un grande interesse della Rai verso i miei progetti e poi una sorta di eccesso di difficoltà che porta al blocco delle mie produzioni.
La Rai ha trasmesso molte sue fiction.
Opere particolari , di grande successo di pubblico e critica; Rino Gaetano diretta da Marco Turco; De Gasperi, regia di Liliana Cavani; C’era una volta la città dei matti, regia di Marco Turco; Mai per amore, quattro tv movie sulla violenza alle donne, con regia di Margarethe Von Trotta, Liliana Cavani e Marco Pontecorvo. Tutte fiction ambiziose, nel senso migliore del termine, che credo abbiano portato in Rai prestigio, da vero servizio pubblico.
Magari il pubblico di RaiUno non è quello più adatto.
Gli ascolti dicono il contrario, e poi se il pubblico di RaiUno non fosse pronto a una fiction su storie come quelle che ho citato come esempi, e faccio fatica a crederlo, si può sempre “migliorare”. Il pubblico di RaiUno è formato da persone normali, che non devono essere tenute sequestrate in una specie di riserva indiana o protette da storie che si ritiene non adatte a loro.
Cosa può impaurire di una fiction su Papa Francesco? È amato da tutti.
È un Pontefice particolare, nuovo, inedito e dirompente. Potremmo essere i primi a raccontarlo al cinema e/o in televisione. Non mi risulta che il Vaticano tema questa fiction: io sono stata intervistata da Radio Vaticana e Liliana Cavani dall’Osservatore Romano e Avvenire. Liliana è una garanzia sotto ogni profilo.
Quindi, forse, il problema è la Rai. E la nuova direttrice di Rai Fiction, Eleonora Andreatta.
Io vorrei lavorare con lei e sono sicura che sarebbe un rapporto proficuo e pieno di belle sorprese produttive. La stimo e condivido spesso le linee guida di Rai fiction. È però un dato di fatto che, da Caruso in poi, non ho lavorato più con la Rai, nonostante i progetti che ho presentato inizialmente fossero stati accolti positivamente. Produrre una fiction ogni due anni /tre anni crea grossi problemi al produttore. Forse le risorse della Fiction Rai potrebbero essere distribuite più equamente e sempre in linea con le esigenze editoriali di una emittente come la Rai.
Sta dicendo che non tutti i progetti trasmessi sono in linea con la Rai?
Non mi chieda nomi, sarebbe inelegante. Preferisco citare alcune produzioni che apprezzo come ad esempio Montalbano, Una Grande famiglia e Tutti pazzi per amore (prima serie).
Magari sta antipatica a qualcuno. È poco diplomatica e questa intervista la sta concedendo al “Fatto”, non esattamente il giornale più allineato d’Italia.
Se essere diplomatici significa accettare di snaturare fortemente un progetto pur di essere prodotto, allora sono poco diplomatica. Ma in genere sono sempre collaborativa. Mai di ostacolo nel corso delle riunioni di sceneggiatura. Difendo tendenzialmente gli autori, ma sempre cercando di conciliare le esigenze dell’emittente. Rispondo comunque alla sua domanda: sì, è possibile che io e Adriano paghiamo il fatto di essere persone veramente libere e quindi non allineate. Questo può incidere: non sto parlando del Direttore di Rai Fiction , ma in generale.
La Andreatta ha confermato la sua fiction su San Francesco, ancora della Cavani, in onda in inverno su RaiUno con Rutger Hauer e Vinicio Marchioni nel cast. Non sembra un atteggiamento da nemica.
Non ho mai detto o pensato che sia una mia nemica. Anzi sono convinta che se ci parlassimo e incontrassimo di più, potremmo produrre fiction sempre più fantastiche. La fiction su Francesco, nasce quando Del Noce era direttore di Rai Fiction. È vero che l’Andreatta l’avrebbe potuto bloccare, era nel suo diritto e non l’ha fatto. Di questo la ringrazio, anche se non sono mancati momenti di tensione e siamo stati a un passo dal fare saltare la produzione di San Francesco.
Quante sue produzioni sono in attesa di essere sbloccate?
Oltre a Papa Francesco, ho proposto - ma è stata ritenuta non interessante - una serie televisiva sul Papato: Storia dei Papi. Sarebbe il più grande “colossal” forse mai prodotto. Quaranta docu-drama da 60’ e almeno 2 fiction da 120’. O altre alternative progettuali per una storia bimillenaria piena di contrasti come questa. Poi una miniserie sul Gioco d’azzardo pronta da circa 2 anni, in attesa di essere messa nel piano di produzione prossimo venturo. Due miniserie o tv movie, sempre sul tema della violenza alle donne: una è scritta da Cavani e Pasquini (Portava la minigonna), l’altra da Anna Negri e Pasquini (Non possiamo chiamarlo amore). In attesa dell’attivazione per la scrittura delle sceneggiature.
Tra i progetti c’è anche una fiction su Giorgio Gaber.
Sì, scritta da Sandro Petraglia. Racconterebbe la Milano degli anni Settanta, che raramente si narra. Alla lettura del soggetto/trattamento scritto da Petraglia, Rai Fiction ha colto una mancanza di “tirante drammaturgico”. Potrebbe essere, ma non avrei tale preoccupazione, perché un autore come Petraglia non avrebbe problemi a risolvere questa perplessità. Al momento però è bloccato. Posso accennare a un fatto che mi sta particolarmente a cuore?
Prego.
Ho prodotto autonomamente, due anni orsono, insieme alla Cavani che lo ha diretto, un documentario bellissimo sulle Clarisse vincendo “Il premio speciale Pasinetti” della critica cinematografica al Festival del Cinema di Venezia 2012. Ecco la motivazione: “Un breve film d’autore che valorizza anche l’approfondimento giornalistico in una straordinaria inchiesta dietro il muro della clausura”. L’ho proposto alla Rai per trasmetterlo su RaiUno, ma dopo un’estenuante trattativa, ancora non abbiamo raggiunto un accordo perché non garantirebbero la messa in onda. Liliana e io abbiamo accettato la loro proposta economica di 10mila euro, ma rinunciare alla certezza della messa in onda su RaiUno e in orari qualificati, anche se non in prime time: questo ci preoccupa. E non lo possiamo accogliere.
Forse il problema non sono le fiction, ma Claudia Mori.
Ammetto che qualche volta l’ho pensato.
Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano 8/8/2014