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 2014  agosto 08 Venerdì calendario

TIVÙ LOCALI IN 80 RISCHIANO DI SPARIRE


A fine anno potreste non trovare più il vostro canale televisivo locale. Sono infatti ottanta le emittenti che rischiano di sparire entro il 31 dicembre a causa di un pasticcio nell’assegnazione delle frequenze. Nel 2006, quando vennero ripartite le frequenze internazionali, all’Italia ne furono assegnate alcune "non coordinate" con i Paesi confinanti, che poi finirono quasi tutte alle emittenti locali. Cosa significa? Che alcune tivù si appoggiano a frequenze che appartengono a Stati esteri e che potevano essere utilizzate solo a patto che non vi fossero interferenze. Ma questo non è accaduto, nonostante le rassicurazioni dell’allora viceministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani.
A lamentarsi ufficialmente delle interferenze sono ora Slovenia, Croazia e Malta, tanto che già il governo Letta aveva stanziato 20 milioni per chi decidesse autonomamente di cessare le trasmissioni. Se nessuno si farà avanti, spetterà al ministero chiudere le ultime emittenti delle statistiche regionali. Per adesso girano schemi numerici delle frequenze che andranno liberate e se ne contano almeno una quarantina su tutta la fascia adriatica: Emilia Romagna, Marche, Molise, Puglia. «Il risarcimento previsto è irrisorio rispetto ai soldi pagati qualche anno per la cessione dei canali 61 e 69 a favore delle compagnie telefoniche. In quel caso vennero pagati 0,54 centesimi per ogni abitante servito, oggi si vogliono dare solo 0,20 centesimi», lamenta Marco Rossignoli, presidente di Aeranti Corallo, associazione che rappresenta circa mille imprese radio-televisive.
S.D.